Fermare il ciclo cieco della guerra e del terrorismo
L’attentato di Gerusalemme che ha tolto la vita a persone innocenti, ci obbliga a riflettere su un principio fondamentale: la guerra e il terrorismo sono due facce della medesima medaglia oppressiva ed un ostacolo alla pacificazione umana. Ciò vale per il terrorismo delle bande reazionarie terroriste di Hamas contro la popolazione ebraica in Israele che per quello del governo e dell’esercito israeliano su assai più larga scala contro la popolazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Il terrorismo non è una forma di resistenza (come alcuni sedicenti solidali nelle ore successive all’attentato hanno ancora una volta rivendicato) ma un veicolo fondamentale dell’oppressione che colpisce seminando paura e odio ma che si rivolge anche contro gli stessi palestinesi in nome deiLeggi Tutto
Stato di Palestina: un’ipocrisia democratica.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina, guidato da nazioni come Norvegia, Spagna, Irlanda, Francia e Regno Unito, a cui si stanno associando altri Stati europei, crea la falsa idea, in molte persone solidali, di un’azione concreta contro la continua occupazione ed espansione israeliana in Cisgiordania e le atrocità genocide a Gaza. La sola “minaccia” del riconoscimento alla prossima sessione dell’Onu permette, invece, al governo di Israele di continuare lo sterminio e di accelerare l’espansione in Cisgiordania, di aggredire il Libano del sud e la Siria. Sono gli stessi Stati democratici che rigettano però al mittente gli appelli, seppur ingenui, di tante persone moralmente scosse dalla barbarie in atto, di interrompere le “relazioni diplomatiche”, di fermare le forniture di armi (di cuiLeggi Tutto
Dopo il Convegno Internazionale, torniamo a riflettere a settembre
i prossimi appuntamenti a Vallombrosa: domenica 14 settembre • ore 10.30Proposte per un’alternativa di comunanza– pacificazione e liberazione– sorellanza e fratellanza– solidarietà e cooperazionea seguire pranzi tematici domenica 28 settembre • ore 10.30dialogando suSinistre: dal tramonto all’alba?Leggi Tutto
A fianco della gente di Gaza ridotta allo stremo! Sosteniamo l’iniziativa della Global Sumud flotilla!
No alla guerra genocida del governo Nethanyahu, no alle logiche criminali di Hamas! Con il popolo palestinese e con le popolazioni ebraiche che lottano contro la guerra! In questi giorni da numerosi porti del Mediterraneo stanno partendo le navi della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa per portare aiuti, cibo e medicinali alla popolazione di Gaza da mesi sotto assedio. Decine di associazioni hanno dato vita a centri di raccolta di aiuti incontrando una solidarietà diffusa di gente comune, persone del volontariato, credenti, che mostra la volontà di non assistere passivamente a quanto accade. Il governo Nethanyau sta aggravando l’azione genocida a Gaza con l’occupazione finale della striscia e con la pulizia etnica in Cisgiordania, con il concorso dell’esercito e le azioni criminaliLeggi Tutto
La risposta della società civile: la Global Sumud Flotilla
Di fronte alla complicità della politica internazionale, la società civile sta cercando di agire in modo diretto. Il 4 settembre, una coalizione di attivisti da tutto il mondo, riunita sotto il nome di “Global Sumud Flotilla”, salperà da alcuni porti del Mediterraneo, anche italiani, con una missione precisa: rompere l’assedio navale imposto da Israele e portare aiuti vitali alla popolazione stremata dalla guerra e dalla fame nella Striscia di Gaza. Questa flottiglia non è solo un carico di cibo ma è una iniziativa di solidarietà e un atto simbolico a fianco della popolazione di Gaza. A bordo della flotta ci saranno persone comuni, medici, avvocati, giornalisti e attivisti, uniti nella loro determinazione a sfidare le restrizioni israeliane e a testimoniare allaLeggi Tutto
L’informazione sotto assedio: giornalisti uccisi e la narrazione mediatica della guerra a Gaza
La guerra non avviene solo sul campo (con oltre 60 mila vittime e 150.000 feriti, oltre che un numero indefinito di dispersi sotto le macerie) ma anche sul piano della cosiddetta “narrazione mediatica”. Le agenzie di stampa e le organizzazioni per la libertà di informazione hanno denunciato l’uccisione di oltre 275 giornalisti e operatori dei media, come nell’ultimo eccidio nell’ospedale di Khan Yunis. Un bilancio senza precedenti che ha superato di gran lunga il numero di giornalisti al fronte uccisi al fronte durante la IIGM. Questo dato drammatico solleva non solo pesanti interrogativi sulla sicurezza di chi cerca di documentare la realtà sul campo, ma mette in evidenza una strategia deliberata da parte del governo di Netanyahu volta a silenziare leLeggi Tutto
“Cristo non è assente a Gaza”
Nel luglio scorso, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca cattolico di Gerusalemme e Teofilo III, patriarca greco-ortodosso hanno effettuato una visita congiunta a Gaza, in una missione di solidarietà e di supporto alla piccola comunità cristiana locale. Al loro ritorno, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta facendosi testimoni della devastazione e la fame, affermando di aver visto persone “resistere al sole per ore nella speranza di un semplice pasto”. I due alti prelati hanno sottolineato che la carestia non è una catastrofe naturale, ma il risultato di una strategia deliberata di Israele. In una ulteriore dichiarazione congiunta del 26 agosto 2025, i due hanno inoltre condannato fermamente gli ordini di evacuazione e lo sfollamento forzato dei civili dalla città di Gaza e assicuratoLeggi Tutto
Le voci di Israele, le contraddizioni della protesta e l’illusione degli appelli a Trump
Mentre la seconda fase della guerra di Netanyahu contro la popolazione di Gaza, nota come operazione “Gedeone 2”, prosegue con ferocia, la società israeliana è scossa da un’ondata di proteste senza precedenti. Decine di migliaia di cittadini, tra cui un numero crescente di arabo-israeliani, scendono in piazza, bloccano le autostrade, manifestano ovunque per chiedere a gran voce un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi e la fine della guerra. Le mobilitazioni, promosse dal Forum dei parenti degli ostaggi, coinvolgono diversi settori della società (da ex membri dei Servizi di sicurezza e dell’esercito, riservisti, giovani obiettori di coscienza e membri di organizzazioni pacifiste) e accusano Benjamin Netanyahu di anteporre i propri interessi e calcoli politici alla vita degli ostaggi e dellaLeggi Tutto
SOLIDARIETÀ AL CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO
Stamattina, a Milano, la polizia ha sgomberato lo storico Centro Sociale Leoncavallo. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni del Leoncavallo e alle Associazioni che vi fanno riferimento come sempre abbiamo fatto nei decenni verso ogni tentativo di sgombero e gli attacchi da parte delle destre (ma non solo), convinti dell’esigenza imprescindibile di difendere tutti gli spazi solidali e liberi al di là delle differenze di idee e metodi che si possano avere e che, nel nostro caso, abbiamo manifestato a più riprese con chiarezza e rispetto nei confronti del Leoncavallo. Condanniamo quest’ennesimo atto repressivo voluto dal governo e, con tutta evidenza, permesso dalla giunta comunale malgrado il percorso di istituzionalizzazione scelto da tempo dal Leoncavallo stesso: questoLeggi Tutto
Tel Aviv: oltre due milioni contro la guerra a Gaza
Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv e in altre città domenica 17 agosto, in una delle più grandi manifestazioni dell’ultimo anno, per chiedere un accordo che porti al rilascio degli ostaggi e alla fine della guerra a Gaza. La protesta, che secondo gli organizzatori ha visto la partecipazione di oltre due milioni di persone, è stata un evento di notevole portata in Israele. Le manifestazioni, indette dal “Forum delle famiglie degli ostaggi” e da quelle che hanno subito perdite il 7 ottobre e nei 22 mesi successivi, sono iniziate già dalle prime ore del mattino. Il culmine delle proteste é stato la sera in “Hostage Square” a Tel Aviv, divenuta un simbolo del movimento di opposizione alLeggi Tutto