Sette giorni in mare senza acqua e cibo hanno portato alla morte 60 persone, tra queste donne e un bambino di appena un anno e mezzo. Erano a bordo di un barchino, salpato dalla Libia, ed erano state avvistate anche da un elicottero che più volte li ha sorvolati senza prestare soccorso. E’ quello che hanno raccontato i circa 25 superstiti agli operatori della Ocean Viking nave della SOS Mediterranée che li ha tratti in salvo. Di fronte all’ennesima tragedia non del mare, ma causata dagli stati che difendono le frontiere a tutti i costi, leviamo le nostre voci in nome dell’umanità. Cosa che in queste ore stanno facendo i volontari di tutte le ONG di stanza nel Mediterraneo. Ci uniamoLeggi Tutto

Stamani, 23 febbraio 2024, il corteo delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori di Pisa, che pacificamente manifestava a fianco del popolo palestinese, ha subito un attacco di una violenza smisurata e brutale in pieno stile dittatoriale, registrata attraverso video inequivocabili. Noi di Scuola Emancipata esprimiamo una netta denuncia di questa repressione insieme alla nostra solidarietà verso i/le giovani aggrediti; salutiamo inoltre positivamente che in questa direzione siano subito mosse diverse organizzazioni, come Cobas, CGIL, ANPI ed associazioni importanti del mondo della scuola, insegnanti e comitati genitori di vari licei. Come abbiamo già visto in altre manifestazioni, come si verifica quotidianamente verso fratelli e sorelle immigrati, la violenza di Stato sotto il governo Meloni si è inasprita: ogni parola eLeggi Tutto

Ancora morti sul lavoro. Ancora vite spezzate per il profitto. Ancora un prezzo elevatissimo pagato da tanti per l’arricchimento di pochi.Siamo addolorati per Luigi Coclite, Mohamed Toukabri, Mohamed El Ferhane, Taoufik Haidar, che hanno perso la vita e ci auguriamo il meglio per chi sta soffrendo e per Bouzekri Rachimi, che è ancora sotto le macerie, ed esprimiamo solidarietà e vicinanza per le vittime e i loro cari. Sono gli immigrati a pagare il prezzo più alto di un sistema economico e politico che si dimostra sempre più razzista: da una parte respinge chi cerca speranza in questo paese dall’altra li sfrutta per trarne maggiori profitti.Succede a Firenze, nel centro della città, in un cantiere di Esselunga. Ma succede ogni giornoLeggi Tutto

Tre anni dopo il colpo di stato, la popolazione soffre e resiste. Nonostante la durissima repressione scatenata dall’esercito, negli ultimi mesi esso ha perso il controllo di ampie fette di territorio a causa dell’offensiva combinata delle guerriglie separatiste e dell’opposizione democratica. Il Myanmar – la Birmania dell’epoca coloniale britannica – è un paese di oltre 50 milioni di abitanti che compongono un ricco mosaico etnico-linguistico e religioso segnato da discriminazioni contro le minoranze e da decennali lotte di autodeterminazione. La sete di libertà e le coraggiose mobilitazioni popolari (a più riprese soffocate nel sangue) avevano costretto la giunta militare ad alcune concessioni ma la breve parentesi democratica guidata da Aung San Suu Kyi non ha infranto i tradizionali assetti di potere:Leggi Tutto

Grandi manifestazioni anti-naziste hanno percorso negli ultimi giorni la stragrande maggioranza delle città tedesche con alcune centinaia di migliaia di persone a Berlino e Monaco e grande partecipazione persino in varie zone dove è più radicata l’AfD (Alternative für Deutschland), il partito parlamentare di riferimento per ampi settori dell’estrema destra. A scatenare le proteste sono state le rivelazioni del giornale Correctiv su una riunione segreta nel novembre scorso in cui si è discusso di un piano generale per la deportazione di immigrati, stranieri e soggetti “non assimilati” da realizzare attraverso un prossimo governo di estrema destra. Particolare sdegno ha suscitato il luogo della riunione non lontano dal Wannsee, dove nel gennaio del 1942 il regime nazista decise la “soluzione finale” neiLeggi Tutto

Siamo vicini ai familiari, alle amiche e agli amici di Maria Pansini, la donna che guidava il locomotore, e a quelli di Said Hannaoui, il conducente del camion di nazionalità marocchina che guidava il veicolo che si è scontrato con il treno, entrambi deceduti nello scontro tra i due mezzi al passaggio a livello di Corigliano-Rossano in Calabria. Morti per colpa dell’assenza di sicurezza ad un vecchio ed obsoleto passaggio a livello, sprovvisto della segnalazione elementare di allarme nel caso di mezzi fermi tra i binari. E’ solo una tra le tante altre mancanze o carenze che caratterizzano la rete ferroviaria italiana: non a caso i sindacati e i lavoratori hanno denunciato quanto accaduto come un rischio potenziale per migliaia diLeggi Tutto

Troviamole le parole per far sentire la nostra vicinanza e solidarietà ai cari di Giulia Cecchettin! Troviamole per capire come reagire senza farsi sopraffare dall’ennesima tragedia. Elena, sua sorella, le sta trovando. Coraggiosamente in un momento così terribile ha saputo tenere testa al misogino Salvini e ad altre terribili dichiarazioni: “Mostri? No figli del patriarcato (…) un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è (…)sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro (…) ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna (…) come il controllo, la possessività, il catcalling…”.Le molestie per strada, le frasi sessiste, gli ammiccamenti fraLeggi Tutto

In Bangladesh tanti lavoratori tessili stanno lottando per la loro vita, la dignità e i diritti. Con stipendi da fame pari ad 80 euro al mese (8000 taka), in maggioranza donne, ma anche uomini e adolescenti, vivono condizioni di supersfruttamento, ingaggiati da multinazionali come H&M, Zara o altre, che guadagnano miliardi di euro vendendo i loro prodotti nei mercati dei Paesi ricchi. Gli scioperi sono cominciati in modo spontaneo all’inizio di novembre e hanno visto la partecipazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori. La politica,in particolare dei gruppi nazionalisti e fondamentalisti islamici, ha cercato di strumentalizzare queste lotte (in Bangladesh a gennaio si terranno le elezioni) nelle quali la repressione del governo, sostenuta e foraggiata dalle organizzazioni dei padroni, è stataLeggi Tutto

È un accordo storico, della brutta storia che scrivono gli stati, quello tra Italia e Albania per la costruzione di due centri in territorio albanese in cui saranno detenuti i profughi, salvati in mare dalla Marina militare italiana, per il tempo necessario all’esame della loro richiesta di asilo. Le regole dell’accordo sono per ora fumose, tendenzialmente già contraddittorie rispetto al diritto internazionale e alla Costituzione italiana, ma nel quadro generale della politica europea siamo sicuri che questa ulteriore forzatura delle proprie regole democratiche, al fine di rendere impossibile l’accoglienza degli immigrati, sarà ammessa. Anzi, la stessa prudenza della commissione europea, nell’accogliere la decisione italiana, dice del ruolo di apripista in chiave razzista e repressivo che stanno facendo svolgere al governo Meloni.Leggi Tutto