Avevamo già saputo che Putin ha pescato tra i criminali comuni per sostenere lo sforzo bellico control’Ucraina. Ma ora emergono video di militari in mimetica e incappucciati che sequestrano per strada giovani uomini per la coscrizione forzata. Ciò avviene non nell’esercito russo, ma in quello ucraino. Inoltre, il governo di Zelensky ha chiesto agli Stati dell’Unione Europea l’estradizione dei giovani ucraini in età di leva fuggiti per sottrarsi alla guerra. Solo dopo che la notizia è diventata pubblica, Zelensky ha sostituito il capo dell’esercito, scaricando su di lui la responsabilità dei sequestri.Gli Stati, sia sotto il piccolo Zar autoritario che con il “campione della democrazia”, non si fanno problemi a togliere la libertà ai propri cittadini (e sacrificarli) per il loroLeggi Tutto

Tre anni dopo il colpo di stato, la popolazione soffre e resiste. Nonostante la durissima repressione scatenata dall’esercito, negli ultimi mesi esso ha perso il controllo di ampie fette di territorio a causa dell’offensiva combinata delle guerriglie separatiste e dell’opposizione democratica. Il Myanmar – la Birmania dell’epoca coloniale britannica – è un paese di oltre 50 milioni di abitanti che compongono un ricco mosaico etnico-linguistico e religioso segnato da discriminazioni contro le minoranze e da decennali lotte di autodeterminazione. La sete di libertà e le coraggiose mobilitazioni popolari (a più riprese soffocate nel sangue) avevano costretto la giunta militare ad alcune concessioni ma la breve parentesi democratica guidata da Aung San Suu Kyi non ha infranto i tradizionali assetti di potere:Leggi Tutto

La paventata escalation è sotto gli occhi di tutti: la guerra si espande nel Vicino e nel Medio Oriente seminando morte e distruzione, proiettando scenari e conseguenze sul resto del mondo. L’epicentro è a Gaza, dove l’esercito israeliano conduce senza sosta una pulizia etnica contro la popolazione palestinese che ha già causato oltre ventimila vittime, tra le quali un numero altissimo di bambini e di neonati. Ma il conflitto è ormai ampiamente tracimato oltre i suoi confini iniziali e investe l’intera regione. Negli ultimi giorni la crisi si è ulteriormente aggravata, estesa e complicata. Sul fronte libanese, a causa dell’attentato mirato con cui Israele ha ucciso Saleh al Arouri, esponente di primo piano di Hamas, e della puntuale risposta di HezbollahLeggi Tutto

Abbiamo visto il corpo di una giovane israeliana assassinata e trascinata nuda per le strade di Gaza. Un’anziana mostrata come trofeo, un uomo ancora più avanti negli anni, sopravvissuto alla Shoah, rapito insieme alla sua badante di origine filippina. Abbiamo visto bimbi trascinati via da uomini armati, strappati senza pietà alle loro madri. Decine di ragazzi falcidiati mentre ballavano insieme – da incoscienti – in una notte nel deserto a pochi km dalla rete e dal filo spinato che separa Israele da un’ immensa gabbia, la Striscia dove sono rinchiusi oltre due milioni di esseri umani.Le atrocità dell’attacco delle Brigate al-Qassem di Hamas destano sconcerto, addirittura incomprensione, per la brutale e lucida disumanità, come altrettanto disumano e sistematico è lo stillicidioLeggi Tutto

Un’altra strage in mare, questa volta al largo delle coste greche: nella notte tra martedì e mercoledì si è inabissato un barcone contenente, a detta dei sopravvissuti, dalle 500 alle 700 persone. Ancora una volta una tragedia dovuta alla disumanità degli stati. Le autorità di Grecia, Italia e Malta, infatti, erano state informate per tempo grazie all’eroico lavoro di Alarm Phone, ma i soccorsi sono giunti solo dopo che la barca si era già ribaltata in acqua. Le dichiarazioni dello stato greco sono risibili, e squallido è lo scarica barile di quello italiano e di quello maltese. Per noi sono tutti colpevoli. Oggi è la Grecia che omette direttamente i soccorsi e ieri fu l’Italia quando a Cutro morirono oltre 100Leggi Tutto

A quasi un mese dal loro inizio, le manifestazioni continuano e si allargano in tutto il paese, coinvolgendo settori più ampi di popolazione nonostante la feroce repressione che ha provocato ormai oltre 200 vittime. Ne sono avanguardia nitida le donne, scese in piazza contro il barbaro omicidio di Mahsa Jina Amini scandendo lo slogan “donna, vita, libertà”, capaci di infondere in altri il coraggio di unirsi a loro grazie a un esempio contagioso. Scioperi e raduni hanno via via coinvolto studenti e lavoratori della scuola, poi avvocati e giornalisti, lavoratori dei bazar e operai, perfino nello strategico settore dell’industria petrolifera. Negli slogan e sui muri la denuncia si allarga dai delitti degli apparati repressivi alla repubblica islamica nel suo insieme finoLeggi Tutto

Mentre il dramma di Melilla si svela in tutto il suo orrore, comincia a Madrid ilvertice della NATO. La coincidenza non è casuale: si tratta di due espressioni dellelogiche di guerra che in questi tempi gravano sulla condizione umana.Le informazioni gettano nuova luce sui fatti. Per primi hanno sofferto l’aggressionedella polizia marocchina quei giovani, in maggioranza sudanesi, che vivevano (inalcuni casi da anni) sui monti nei pressi di Nador, località marocchina vicina aMelilla, cui sono state distrutte tende e suppellettili. Quando poi 1.700 di loro,esasperati dalla situazione, hanno deciso di provare ad attraversare la frontiera, larepressione crudele e assassina ha provocato 23 morti – secondo la versione delMarocco – che salgono a 37 secondo alcune associazioni locali. Alla fine solo inLeggi Tutto

Dopo una tenace resistenza alla fine Boris Johnson si è dimesso, ma resterà in carica fino all’autunno. E’ finalmente caduto il più agguerrito guerrafondaio, quello che ha provocato un disastro durante la pandemia con la teoria dell’immunità di gregge, travolto dagli ultimi scandali: la sua partecipazione a festini incurante del lockdown, la sua copertura complice al deputato Pincher molestatore seriale. E a questo punto di fronte al clamore delle malefatte di questo patriarca con l’elmetto anche chi sapeva non ha potuto fare più finta di niente e sono partite le dimissioni a raffica dal suo governo. Alla fine Johnson se ne andrà, ma quello che rimane è la nitida espressione dell’immoralità della politica giunta oramai alla sua parabola finale.Leggi Tutto

A Melilla, venerdì 24 giugno, di fronte a migliaia di persone che tentano di superare le reti metalliche per entrare nell’enclave spagnola e chiedere asilo in Europa, la polizia marocchina e quella spagnola rispondono con una violenza inaudita. Le loro cariche e il lancio di lacrimogeni scatenano il terrore. Nella calca muoiono18 persone, altri sono feriti gravi. Secondo alcune ONG locali i morti sarebbero 37. Per terra e per mare il diritto a circolare liberamente si scontra con la violenza degli stati che difendono le loro frontiere a tutti i costi. Ci sono tante guerre nel mondo e diversi sono i loro volti: dalle bombe allo sfruttamento, dalla fame al razzismo. A tutto ciò si aggiunge quella contro esseri umani cheLeggi Tutto