La Corte dei patriarchi contro la libertà delle donne

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La Corte suprema americana sarebbe orientata a ribaltare la sentenza “Roe vs Wade” con cui nel 1973 riconobbe il diritto costituzionale all’aborto. E’ quanto rivela “Politico”, citando una bozza di parere della maggioranza, che potrebbe diventare sentenza definitiva entro giugno. Secondo la bozza la decisione sull’aborto non spetta al governo federale ma ai singoli Stati e di fatto darebbe un via libera a quelli che stanno varando legislazioni restrittive in materia (che sarebbero 26). Infatti la bozza recita “E’ tempo di restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti del popolo “.
Ancora una volta le istituzioni patriarcali vogliono sottrarre alle donne la libertà di decidere sul proprio corpo e la propria vita, privandole della possibilità di scegliere se essere o meno madri biologiche.
Poche ore dopo la pubblicazione della notizia centinaia di donne hanno protestato di fronte alla Corte suprema con cartelli “Il mio corpo, la mia scelta”, “L’aborto è assistenza sanitaria”. Purtroppo però non sono mancati esponenti di gruppi cosiddetti “pro-life” con cartelli a favore del divieto.
Non stupisce affatto un tale attacco in un Paese che, di contro, legittima la pratica dell’utero in affitto ed è la prima patria del negazionismo dei generi.
Se ci sono degli Stati in cui l’aborto è legale, del resto, è solo grazie alle mobilitazioni delle donne che non smettono di cercare la propria libertà, e non certo grazie agli Stati stessi, che, al contrario, sono i principali artefici della limitazione dell’autodeterminazione delle donne. Questo ci dice dell’importanza di non accontentarci di piccole conquiste e del valore di continuare a impegnarci assieme per poter scegliere pienamente chi vogliamo essere.