Tel Aviv: oltre due milioni contro la guerra a Gaza

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv e in altre città domenica 17 agosto, in una delle più grandi manifestazioni dell’ultimo anno, per chiedere un accordo che porti al rilascio degli ostaggi e alla fine della guerra a Gaza. La protesta, che secondo gli organizzatori ha visto la partecipazione di oltre due milioni di persone, è stata un evento di notevole portata in Israele.

Le manifestazioni, indette dal “Forum delle famiglie degli ostaggi” e da quelle che hanno subito perdite il 7 ottobre e nei 22 mesi successivi, sono iniziate già dalle prime ore del mattino. Il culmine delle proteste é stato la sera in “Hostage Square” a Tel Aviv, divenuta un simbolo del movimento di opposizione al governo di Netanyahu, con oltre 500.000 persone.

Rispetto alle proteste settimanali, questa mobilitazione ha segnato un’importante novità: agire preventivamente per lanciare un chiaro avvertimento al governo di Netanyahu contro l’espansione delle operazioni militari, che metterebbe a rischio gli ostaggi ancora in vita.

Tra gli slogan più diffusi c’era “Che la tua memoria sia una rivoluzione”, una frase coniata da Jon Goldberg-Polin, il padre di Hersh Goldberg-Polin, uno dei sei ostaggi noti come “The Beautiful Six”, morti per mano di Hamas a Rafah nel settembre 2024.

Sebbene in forma minoritaria, erano presenti anche gruppi che chiedevano la “fine dello sterminio” e mostravano foto di bambini palestinesi uccisi, oltre a centinaia di riservisti che si sono uniti alla protesta strappando le cartoline del Ministero della Difesa. Gli slogan che hanno animato la protesta si sono concentrati soprattutto sul ritorno degli ostaggi e su un appello generico per la “fine delle ostilità” mentre rari, ma significativi, sono stati quelli di alcuni settori giovanili che hanno lanciato slogan di solidarietà con il popolo palestinese o contro i progetti di deportazione da Gaza. L’urgenza di porre fine alla guerra è stata quindi, il tema centrale per tutti i manifestanti ed un chiaro segnale contro il governo bellicista e genocida di Netanyahu.

Fabio Beltrame