Risorse umane non digitali

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Non è necessario che siamo noi a convincervi di quanto la tecnologia digitale stia peggiorando la vita di tutti e dei più giovani in particolare: chi usa il potere delle macchine per controllare la società o per arricchirsi, come ad esempio chi comanda nei palazzi di Pechino o delle grandi major tecnologiche, sa meglio di chiunque altro che l’abuso di questi strumenti è dannoso e pericoloso. Infatti in Cina il governo inasprisce le misure restrittive che vietano ai minori di utilizzare i videogiochi più di 3 ore a settimana (un’ora al giorno nel week-end). I media e alcuni medici cinesi le chiamano “droghe elettroniche” e il Partito-Stato, per i suoi interessi, ne disciplina l’uso perché sono un pericolo per la salute e le capacità psicofisiche delle future lavoratrici e dei futuri lavoratori del Dragone. Nel frattempo i padroni del web, che accumulano profitti colossali sfruttando le dipendenze e le vulnerabilità di miliardi di persone, proibiscono tassativamente a figli e nipoti di usare tablet e smartphone e anche di connettersi ai social.
A ben guardare dovremmo accorgercene tutti: “smanettare” è disperdere preziose energie vitali. Allora è proprio da lì, dalle risorse umane meglio considerate e impiegate, che si può cercare e offrire un’alternativa positiva, e quella sì che spetta a noi: né il celeste impero né la Silicon Valley possono o vogliono fornirla.
Le risorse umane sono straordinarie, a cominciare da quelle delle bimbe e dei bimbi, e irriducibili. Siamo persone uniche che possono crescere e diventare personalità con e per gli altri, abbiamo amicizie, amori, sentimenti che non possono essere rinchiusi in nessuna rete, possiamo costruire comunità e comunanze libere, scelte e benefiche (è l’impegno della nostra organizzazione umana e della nostra corrente umanista) dove la lealtà e la sincerità si intreccino alla conoscenza e alla reciprocità (al contrario che sul web, invaso dall’odio e dalla negatività che spinge a cliccare compulsivamente). Possiamo riscoprire e valorizzare i nostri sensi, sviluppare le nostre facoltà, riconoscere le nostre tensioni, dare corpo e mente alle nostre intenzioni di una vita migliore. Essere attrattivi. Un’attrazione più affascinante di qualunque schermo e più potente di qualsiasi app, perché siamo umani. E vogliamo esserlo sempre di più, riprendendo il controllo sulle macchine, uscendo il più possibile fuori dalla rete e soprattutto conoscendoci, incontrandoci, scambiandoci idee e sensazioni, unendoci e migliorando assieme.
A pensarci bene, i dispositivi digitali non sono che elettrodomestici, come lavastoviglie e frullatori: prodotti della creatività umana che potrebbero, se usati in quanto tali, facilitare alcuni aspetti dell’esistenza. Ma è utile ricordare che non vi è cosa importante che non possa essere fatta meglio – magari in più tempo – anche senza. Se sfatiamo il mito dell’imprescindibilità delle connessioni possiamo concentrarci sulle possibilità del miglioramento umano.
4 settembre 2021