Alluvioni in Toscana
Gli aiuti arrivano dalle persone, non dalle istituzioni

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Alla vigilia del 57° anniversario dell’alluvione di Firenze si sono ripetute scene di fiumi e torrenti esondati nella piana fiorentina. 7 sono i morti (per ora) e ancora 19.000 le persone intrappolate in casa perché l’acqua non defluisce. Alle/i loro care/i va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. I danni sono enormi in una zona molto popolata e popolare e in tanti sono ancora senza acqua e luce.

I fenomeni atmosferici sono sempre più estremi e di difficile previsione. In poche ore è caduta tanta pioggia quanta nel mese precedente. Questo territorio, attraversato da molteplici torrenti, non è stato nel tempo oggetto di interventi di prevenzione delle piene (cosa purtroppo frequente in tutto il Paese). Così, in diverse zone di Campi Bisenzio, Prato, Quarrata, Seano e altre località le case vicine ai fiumi sono state sommerse dall’acqua e dal fango.

I politici ci parlano di progresso e avanzamenti ma non riescono a regolare l’urbanizzazione in difesa della vita umana. Le autorità non riescono a dare gli allerta nei giusti tempi e a indicare alla gente come comportarsi. Forse dovremmo cominciare a fidarci più di noi stessi e della sapienza popolare piuttosto che degli allerta meteo e delle ordinanze municipali?

E gli aiuti? In tanti denunciano di non avere visto ancora le istituzioni dalle loro parti a soccorrerli. Sono i vicini i primi a mettere in salvo gli anziani, cinesi e italiani che spalano assieme, tanti giovani che si organizzano per gruppi di amici o con la scuola per andare a pulire, le aziende agricole che mettono a disposizione le loro ruspe, le associazioni di volontariato o di lotta (come il comitato della ex GKN) e anche i tifosi della Fiorentina che organizzano la raccolta di aiuti, le singole persone che si recano a portare una cassetta di bottiglie d’acqua; questa è una buona notizia perché in una società decadente come la nostra segnata dall’indifferenza, dall’egoismo, dalla violenza diffusa e delle guerre che ne sono all’origine, tante persone dimostrano il contrario: che la solidarietà appartiene alla migliore umanità.

Riflettiamoci per trarre forza dal meglio che, come esseri umani, possiamo essere. Non solo per affrontare le emergenze ma anche per vivere meglio nella quotidianità. Facciamo cultura di queste preziose speranze e capacità umane. Riflettiamo e organizziamoci insieme per proteggerci dai danni che i fenomeni naturali combinati al disprezzo per la vita umana degli stati oppressivi portano sempre più frequentemente.