La crisi tunisina è giunta al suo terzo giorno. Domenica 25 luglio ampie mobilitazioni popolari, motivate dalla sacrosanta indignazione per la gestione della pandemia, hanno chiesto la caduta del governo di Hichem Mechichi, sostenuto dal partito islamista moderato Ennhada. Indignazione sacrosanta in un paese di 11,6 milioni di abitanti, con oltre 17.700 vittime mortali causati dal Covid-19 e dall’incuria del governo. Oggi il ritmo dei decessi è di circa 200 al giorno, con una percentuale di vaccinazione di solo il 5% della popolazione. Domenica notte il capo di Stato, Kaiss Saied, con l’appoggio dell’esercito, ha dato il via a un’azione autoritaria, forzando le sue prerogative costituzionali. Ha destituito il primo ministro e ha assunto i pieni poteri esecutivi paralizzando per unLeggi Tutto

Mercoledì 24 marzo è cominciata la fase eliminatoria in Europa verso i mondiali di calcio del 2022. Prima dell’inizio della partita, i calciatori della selezione tedesca si sono presentati in maglietta nera con su una lettera per ogni giocatore: un totale di 11 lettere per comporre le parole “Human Rights”, “Diritti umani”. A loro volta, i giocatori norvegesi ne indossavano una bianca con la scritta “Rispetto dentro e fuori del terreno di gioco”. Entrambe le squadre hanno in tal modo espresso solidarietà con i lavoratori immigrati che il regime del Qatar sta sfruttando selvaggiamente nella costruzione degli impianti dove si giocherà la fase finale del prossimo vergognoso campionato mondiale di calcio. Secondo il giornale britannico The Guardian, sono già più diLeggi Tutto

Manifestazioni e presidi si stanno moltiplicando in questi giorni in Francia per difendere la libertà di espressione e di informazione contro il governo di Emanuel Macron. Oggi, sabato 21 novembre, è prevista una nuova manifestazione a Parigi. I promotori sono innanzitutto giornalisti a cui si stanno unendo molte persone solidali. Protestano contro il progetto di legge di “sicurezza globale” nel quale si fissa la proibizione di fotografare o filmare la polizia nelle manifestazioni. Ció significherebbe impedire di realizzare prove grafiche delle azioni repressive di cui possono essere protagonisti gli agenti di polizia. Ció avviene avviene non casualmente in un contesto, come quello francese, in cui la violenza della polizia è da tempo sotto accusa. C’è un manifesto promosso o sottoscritto daLeggi Tutto