Contro le misure repressive del governo

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Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si sta già facendo sentire a colpi di decreti repressivi e liberticidi. D’altra parte questo è il tratto che li caratterizza, il tutto garantito dalle regole democratiche. E così succede che il 31 ottobre esce un decreto legge, l’ormai famoso decreto 

anti rave, che introduce un nuovo reato, quello di “ invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica e la salute pubblica”. La violazione di tale reato è punibile con pene gravissime dai 3 ai 6 anni di reclusione e multe da mille a diecimila euro per chi organizza tali “raduni pericolosi” con più di 50 persone. Ad offrire lo spunto per questo decreto è stato il rave organizzato a Modena alcuni giorni fa. E se non ci vuole tanto a comprendere quanto i rave oggi siano espressione della decadenza vorticosa che viviamo, è significativo che tra gli organizzatori di questa ammucchiata disgregata spuntino personaggi di destra che si sono ritrovati con i loro camerati qualche giorno dopo al raduno di Predappio.

Con la solita formula della difesa dell’ordine pubblico, il governo ha votato un provvedimento repressivo della libertà di tutte e tutti. La scusa sono i rave la sostanza è che tutte le volte che 50 o più persone si incontreranno potranno essere giudicate pericolose per l’ordine pubblico e quindi potrà essere loro impedito di manifestare ed incontrarsi. Questo è ciò a cui questo decreto apre le porte. Quindi attenzione ai presidi, alle manifestazioni, alle occupazioni, nel mentre i rave continueranno come hanno sempre fatto. E’ importante non farsi ingannare  non ci possono essere sicurezza, salute e garanzia di vita migliore da chi respinge ai propri confini donne, bimbi e bimbe, uomini che scappano dalla guerra e dalle carestie come sta accadendo ancora in questi giorni, sempre per mano di questo governo. Comprendere tutto ciò e tutt’uno con la possibilità di unirsi per un impegno che difenda e affermi quelle libertà elementari così duramente sotto attacco.