Si rinnova il memorandum della morte e della tortura

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Dai tempi di Gheddafi i governi italiani di ogni colore politico usano pagare chi detiene il potere in Libia perché impedisca con la violenza ai profughi di raggiungere l’Europa. Nel 2017 il governo Gentiloni, con Minniti ministro dell’Interno (entrambi del Pd), dà un’ulteriore stretta, firmando con le milizie criminali che allora governavano a Tripoli il memorandum Italia-Libia. Da allora, le bande di torturatori e di trafficanti di esseri umani, ipocritamente chiamate “guardia costiera libica”, hanno ricevuto centinaia di milioni di euro dall’Ue e da tutti i governi italiani, e hanno riportato nell’inferno libico 100 mila profughi. Torture, stupri, estorsioni e vessazioni compiute sui profughi, anche minorenni, nei campi-lager in Libia sono documentate da organizzazioni internazionali, governative e non, e da tanti giornalisti. Purtroppo questo crimine – a cui si aggiungono anche oltre 3.000 morti in mare nell’ultimo anno – è ben lungi da finire: cambia il governo ma gli accordi, nonostante le giuste proteste di tante realtà e persone solidali, si sono rinnovati automaticamente il 2 novembre per altri tre anni, proprio mentre più di 1000 persone sono ancora in mare, sulle navi di due diverse Ong, in attesa di un porto sicuro.