Dai tempi di Gheddafi i governi italiani di ogni colore politico usano pagare chi detiene il potere in Libia perché impedisca con la violenza ai profughi di raggiungere l’Europa. Nel 2017 il governo Gentiloni, con Minniti ministro dell’Interno (entrambi del Pd), dà un’ulteriore stretta, firmando con le milizie criminali che allora governavano a Tripoli il memorandum Italia-Libia. Da allora, le bande di torturatori e di trafficanti di esseri umani, ipocritamente chiamate “guardia costiera libica”, hanno ricevuto centinaia di milioni di euro dall’Ue e da tutti i governi italiani, e hanno riportato nell’inferno libico 100 mila profughi. Torture, stupri, estorsioni e vessazioni compiute sui profughi, anche minorenni, nei campi-lager in Libia sono documentate da organizzazioni internazionali, governative e non, e da tantiLeggi Tutto

Il 21 Aprile, la rete auto-organizzata di segnalazioni di soccorso “AlarmPhone” riceve una richiesta di aiuto da una barca in difficoltà, con a bordo più di 100 profughi in fuga dalla Libia. Le autorità statali della zona (Italia, Malta, Libia, l’agenzia Frontex) vengono informate. Ma tutte negano il soccorso. Allora, senza coordinamento statale, per la prima volta da anni, navi mercantili si uniscono generosamente alla nave umanitaria “Ocean Viking” della ONG “SOS Mediterranee” nella ricerca dei dispersi. Malgrado ciò, il 22 Aprile i soccorritori trovano solo cadaveri. Le ONG sono nette: “Non è stato un incidente. […] Potevano essere salvati ma tutte le autorità consapevolmente li hanno lasciati morire in mare” (Alarm Phone; Sea-Watch). Le agenzie ONU che si occupano diLeggi Tutto

Il 10 aprile gli ambulanti di Via Bologna, a Napoli, assieme con l’Associazione 3 Febbraio, l’Associazione dei senegalesi di Napoli, La Comune, i Cobas scuola, hanno animato un presidio per chiedere la riapertura in sicurezza del loro mercato, chiuso con ordinanza regionale con il pretesto della pandemia. Al presidio hanno partecipato circa 50 persone, raccogliendo la solidarietà di altri soggetti e associazioni. Fra le tante proteste portate avanti in questo periodo da venditori ambulanti, questa spicca per il suo messaggio di solidarietà umana e per l’intento positivo di una lotta per la dignità e la vita che vede assieme immigrati e italiani. Il mercato interetnico di via Bologna è infatti nato dalle lotte che da 20 anni li vedono impegnati, conLeggi Tutto