Dai tempi di Gheddafi i governi italiani di ogni colore politico usano pagare chi detiene il potere in Libia perché impedisca con la violenza ai profughi di raggiungere l’Europa. Nel 2017 il governo Gentiloni, con Minniti ministro dell’Interno (entrambi del Pd), dà un’ulteriore stretta, firmando con le milizie criminali che allora governavano a Tripoli il memorandum Italia-Libia. Da allora, le bande di torturatori e di trafficanti di esseri umani, ipocritamente chiamate “guardia costiera libica”, hanno ricevuto centinaia di milioni di euro dall’Ue e da tutti i governi italiani, e hanno riportato nell’inferno libico 100 mila profughi. Torture, stupri, estorsioni e vessazioni compiute sui profughi, anche minorenni, nei campi-lager in Libia sono documentate da organizzazioni internazionali, governative e non, e da tantiLeggi Tutto

Alika Ogorchukwu, nigeriano di 39 anni viveva in Italia da tempo, aveva una moglie e un bambino piccolo ed era conosciuto dalla gente per essere una persona buona e cordiale. Il 29 luglio si trovava a Civitanova Marche per lavoro ma ha trovato la morte: massacrato di botte in pieno centro da Filippo Ferlazzo che gli ha anche rubato il cellulare prima di allontanarsi. Per ucciderlo l’assassino ha usato la stampella con cui Alika era costretto a muoversi in seguito a un incidente.Di fronte a questa barbarie si può restare attoniti, provare repulsione e ribrezzo, o considerarla un fatto di cronaca e nutrire quell’indifferenza letale che ha attraversato tanti che in pieno centro hanno assistito all’omicidio senza provare a fermarlo. SarebbeLeggi Tutto

L’ennesimo omicidio razzista, in un Paese sempre più pericoloso per chi è immigrato,  ci chiama ad una forte reazione. Il nostro è un appello ai fratelli e sorelle immigrati, alle comunità, alle associazioni solidali e antirazziste: uniamoci per difendere la vita e combattere il razzismo e le violenze. La morte di Alika Ogorchukwu, ambulante nigeriano di 39 anni massacrato il 29 luglio in pieno centro a Civitanova Marche da Filippo Ferlazzo, dice dei rischi a cui siamo esposti ogni giorno e del bisogno di difenderci e sostenerci reciprocamente.Alika, infatti, viveva da tempo in quel luogo. Era conosciuto e apprezzato per essere una persona buona e tranquilla. Aveva una moglie ed un figlio piccolo. Chi lo ha ucciso ha usato la stampellaLeggi Tutto

Mentre il dramma di Melilla si svela in tutto il suo orrore, comincia a Madrid ilvertice della NATO. La coincidenza non è casuale: si tratta di due espressioni dellelogiche di guerra che in questi tempi gravano sulla condizione umana.Le informazioni gettano nuova luce sui fatti. Per primi hanno sofferto l’aggressionedella polizia marocchina quei giovani, in maggioranza sudanesi, che vivevano (inalcuni casi da anni) sui monti nei pressi di Nador, località marocchina vicina aMelilla, cui sono state distrutte tende e suppellettili. Quando poi 1.700 di loro,esasperati dalla situazione, hanno deciso di provare ad attraversare la frontiera, larepressione crudele e assassina ha provocato 23 morti – secondo la versione delMarocco – che salgono a 37 secondo alcune associazioni locali. Alla fine solo inLeggi Tutto

A Melilla, venerdì 24 giugno, di fronte a migliaia di persone che tentano di superare le reti metalliche per entrare nell’enclave spagnola e chiedere asilo in Europa, la polizia marocchina e quella spagnola rispondono con una violenza inaudita. Le loro cariche e il lancio di lacrimogeni scatenano il terrore. Nella calca muoiono18 persone, altri sono feriti gravi. Secondo alcune ONG locali i morti sarebbero 37. Per terra e per mare il diritto a circolare liberamente si scontra con la violenza degli stati che difendono le loro frontiere a tutti i costi. Ci sono tante guerre nel mondo e diversi sono i loro volti: dalle bombe allo sfruttamento, dalla fame al razzismo. A tutto ciò si aggiunge quella contro esseri umani cheLeggi Tutto

Ci sono governi dell’est europeo che sono la punta avanzata della guerra agli immigrati e dell’offensiva nazionalista e xenofoba nel vecchio continente. L’ultimo emblematico esempio è il dramma dei profughi siriani, afgani, iracheni e di altri paesi asiatici bloccati in condizioni disumane ai confini fra Bielorussia e Polonia con i due stati di confine che impediscono ogni soccorso da parte delle Ong in uno squallido gioco politico sulla pelle di migliaia di esseri umani già colpiti da infinite tragedie.Ma le istituzioni dell’Ue che pretendono di accreditare l’immagine di un Europa presuntamente meno razzista ad occidente guardando con indignazione di facciata alla richiesta di fondi per muri anti-immigrazione da parte di 12 governi europei, mentono sapendo di mentire. Come se non sapesseroLeggi Tutto

Scarica il volantino in pdf Ieri sera a Voghera Youns El Boussetaoui, originario del Marocco, è stato ucciso con un colpo di pistola dall’assessore Leghista Massimo Adriatici. L’assassino è noto in città per essere aggressivo, razzista e prepotente nei confronti degli immigrati e degli emarginati, tanto da volere il daspo urbano contro i senza tetto. Girava armato ed è soprannominato “lo sceriffo”.   Questo ennesimo omicidio è l’espressione di un contesto avvelenato dal razzismo di cui le destre e la Lega Nord sono alla testa. Non è purtroppo il primo episodio: ricordiamo la tentata strage contro gli immigrati a Macerata del fascista Luca Traini, ex candidato alle elezioni sempre con Lega Nord.  I fatti sono chiarissimi: da una parte un uomoLeggi Tutto

Già quattro chiese cattoliche sono andate a fuoco nelle ultime settimane, ma il responsabile dei roghi non è il caldo eccezionale che sta flagellando il paese. È probabile che si tratti dell’ultimo capitolo – forse si tratta di gesti di rabbia, o invece di atti finalizzati a confondere le prove – di una storia lunga, raccapricciante e dolorosa: il ritrovamento, nei pressi di collegi cattolici sparsi in tutto il paese, di fosse comuni con i poveri resti di centinaia di bambini. Strappati alle loro famiglie affinché dimenticassero la propria origine, la lingua e la cultura dei popoli originari, tra il 1863 e il 1998 oltre 150 mila bambini sono stati allontanati dai loro affetti e dal loro ambiente, abusati, affamati, predaLeggi Tutto

E’ l’ultima di una lunga serie di aggressioni contro gli immigrati quella che domenica sera ha visto il ferimento di un uomo del Mali di 30 anni nelle campagne del foggiano. E’ stato ricoverato per una lesione all’occhio causata da colpi di arma da fuoco esplosi da un auto in corsa. Questi luoghi sono già noti per le condizioni di schiavitù in cui vengono tenuti migliaia di immigrati nella raccolta dei pomodori, costretti a vivere in ghetti fatiscenti e pericolosi. Tanti sono gli agguati armati contro i braccianti da parte di razzisti e criminali che usano terrorizzare i lavoratori per sottometterli e spezzare la loro resistenza, che pure è stata forte in questi anni: dagli scioperi alle denunce contro i caporali.Leggi Tutto

Lo si vede dai filmati, dai video e dai telegiornali: negli Usa i protagonisti delle principali mobilitazioni contro il razzismo sono stati tanti giovani, donne e persone comuni, afroamericani, ispanici, bianchi – tante diversità e colori insieme per affermare giustizia e libertà contro razzismo e violenze poliziesche. In questo emergere di umanità unita e differente c’è l’indizio di un possibile principio da riconoscere, coltivare, sviluppare per farne cultura di una vita migliore: una comune umanità differente. Siamo tutti umani e siamo tutti differenti sia quale sia la comunità di cui si è parte, le scelte personali e culturali, il colore della pelle: dovremmo poter riconoscere questa realtà umana per farne motivo di una possibile convivenza benefica e pacifica fuori e controLeggi Tutto