Riforma Cartabia, ennesimo pasticcio di Stato

La riforma della giustizia voluta da Marta Cartabia, ministro del governo Draghi ha gettano nel caos Procure e Tribunali di tutta Italia, come anche le forze dell’ordine. Limitandoci alle modifiche apportate al codice penale e a quello di procedura penale, le modifiche riguardano soprattutto il fatto che una serie di reati molto comuni che prima erano perseguibili d’ufficio, adesso lo saranno soltanto se vi è la querela della parte offesa. Per esempio, se due anni fa qualcuno fosse stato aggredito da un violento, oppure avesse subito minacce o un furto o una truffa o ancor peggio un sequestro di persona, il colpevole verosimilmente in questo momento starebbe subendo un processo a prescindere dal fatto che a suo tempo fosse stata presentata o meno una querela contro di lui. Adesso, con la strabiliante riforma che si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore, chi ha subito il danno avrà solo tre mesi di tempo per presentare la querela altrimenti il processo cadrà in via definitiva. E tutto questo, secondo questa brutta legge, sarebbe colpa delle mancanze del querelante e non invece, come pare, una responsabilità di uno Stato e di una classe politica che, forse per difendere sé stessa, sembra sempre più tutelare i criminali.

RIFORMA CARTABIA : ENNESIMO PASTICCIO DI STATO
La riforma della giustizia voluta da Marta Cartabia, ministro del governo Draghi ha gettano nel caos Procure e Tribunali di tutta Italia, come anche le forze dell’ordine. Limitandoci alle modifiche apportate al codice penale e a quello di procedura penale, le modifiche riguardano soprattutto il fatto che una serie di reati molto comuni che prima erano perseguibili d’ufficio, adesso lo saranno soltanto se vi è la querela della parte offesa. Per esempio, se due anni fa qualcuno fosse stato aggredito da un violento, oppure avesse subito minacce o un furto o una truffa o ancor peggio un sequestro di persona, il colpevole verosimilmente in questo momento starebbe subendo un processo a prescindere dal fatto che a suo tempo fosse stata presentata o meno una querela contro di lui. Adesso, con la strabiliante riforma che si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore, chi ha subito il danno avrà solo tre mesi di tempo per presentare la querela altrimenti il processo cadrà in via definitiva. E tutto questo, secondo questa brutta legge, sarebbe colpa delle mancanze del querelante e non invece, come pare, una responsabilità di uno Stato e di una classe politica che, forse per difendere sé stessa, sembra sempre più tutelare i criminali.
Mario Faillaci

a riforma della giustizia voluta da Marta Cartabia, ministro del governo Draghi ha gettano nel caos Procure e Tribunali di tutta Italia, come anche le forze dell’ordine. Limitandoci alle modifiche apportate al codice penale e a quello di procedura penale, le modifiche riguardano soprattutto il fatto che una serie di reati molto comuni che prima erano perseguibili d’ufficio, adesso lo saranno soltanto se vi è la querela della parte offesa. Per esempio, se due anni fa qualcuno fosse stato aggredito da un violento, oppure avesse subito minacce o un furto o una truffa o ancor peggio un sequestro di persona, il colpevole verosimilmente in questo momento starebbe subendo un processo a prescindere dal fatto che a suo tempo fosse stata presentata o meno una querela contro di lui. Adesso, con la strabiliante riforma che si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore, chi ha subito il danno avrà solo tre mesi di tempo per presentare la querela altrimenti il processo cadrà in via definitiva. E tutto questo, secondo questa brutta legge, sarebbe colpa delle mancanze del querelante e non invece, come pare, una responsabilità di uno Stato e di una classe politica che, forse per difendere sé stessa, sembra sempre più tutelare i criminali.