Un giorno d’estate a Vallombrosa

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Casa al dono, dove il dono – o meglio i doni – sono il rigoglio della natura che si offre, forte e suggestiva, come sa essere la pendice della montagna, e i trascorsi umani che vivono negli edifici più antichi come nei numerosi manufatti diffusi sul territorio. Un dono volle essere la vocazione che scegliemmo nel dar vita qui ad una Casa della cultura. Vi erano a suggerirla una storia che abbiamo imparato a scoprire negli anni, evocata dai luoghi che la circondano: Vallombrosa, S. Ellero, il passo della Consuma, il Casentino, ma anche la vicenda peculiare di questa solida costruzione di pietra e del suo parco. Il suo genius loci, come usa dire, è arricchito da tante presenze che lo hanno frequentato nel tempo: intellettuali, artisti, amanti della natura, viandanti nei boschi e profughi in fuga nel secondo dopoguerra.
Qui da alcuni anni, in piena indipendenza ideale e pratica viviamo uno speciale e laborioso esperimento di comunanza e di accoglienza ispirato dalla Corrente umanista socialista. La Lunga estate di Vallombrosa, che ritorna dopo i difficili mesi di chiusura dovuti alla pandemia, ne è parte e si compone di un calendario di appuntamenti: occasione di incontri e di dialogo, sollecitazione ad interrogativi intimi e fecondi e viatico di passione ideale, questa iniziativa offre anche la possibilità di un respiro più puro e rasserenante, di spaziare con lo sguardo sul verde e i colori dei boschi, di intrigarsi ad osservare la fauna che li abita.
Natura e cultura sono parte di noi in un intreccio che compone la nostra interezza. Questo luogo vuole incarnare positivamente questo nesso e offrirlo al benessere di chi ci vorrà raggiungere.

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