A Giulia Cecchettin e a tutte le donne alla ricerca della libertà

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Troviamole le parole per far sentire la nostra vicinanza e solidarietà ai cari di Giulia Cecchettin! Troviamole per capire come reagire senza farsi sopraffare dall’ennesima tragedia. Elena, sua sorella, le sta trovando. Coraggiosamente in un momento così terribile ha saputo tenere testa al misogino Salvini e ad altre terribili dichiarazioni: “Mostri? No figli del patriarcato (…) un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è (…)sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro (…) ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna (…) come il controllo, la possessività, il catcalling…”.Le molestie per strada, le frasi sessiste, gli ammiccamenti fra maschi. Il femminicidio, ha aggiunto,“ è un omicidio di Stato..” e non solo perché lo Stato non tutela le donne o non le protegge. Ma perché sono gli stessi Stati, che con le loro guerre, dall’Ucraina all’Africa fino al Medio Oriente, con le loro logiche belliche e mortifere, seminano nelle società odio e violenze e donne, bimbi e bimbe sono fra i primi a subirne le conseguenze. Troviamo le parole per contrastare menzogne e ipocrite promesse di politici, “opinionisti, esperti, psicologi…” che straparlano sulla vita di Giulia o delle tante donne uccise o stuprate da maschi assassini e prepotenti, con le loro “soluzioni patriarcali”: educazione sentimentale, all’affettività, sradicare la cultura patriarcale, sensibilizzare con opuscoli e campagne nelle scuole, educare nelle famiglie i figli maschi al rispetto….” . Chi propone queste soluzioni? Su quali valori? Politici che in parlamento difendono i propri figli stupratori o partner misogini, che incitano allo stupro sui loro siti razzisti,che difendono le donne ma solo se italiote e appartenenti ad una visione della famiglia tradizionale ed etero. Un governo patriarcale, guerrafondaio ed ultrareazionario che non esita ad utilizzare la forza repressiva e violenta verso le sorelle e i fratelli immigrate/i e verso i giovani. Diciamolo chiaramente, sono in primo luogo le donne, insieme ad altre, che possono trovare le strade per prendersi cura l’una dell’altra, aiutandosi a riconoscere relazioni con maschi violenti e misogini, a capire come reagire, ad essere sempre con ogni donna che trova il coraggio di reagire e denunciare! Strade ed ambiti umani per affermare e difendere la libertà di tutte e di ciascuna. Senza nessuna illusione nella politica o nelle istituzioni. Diciamolo con più coraggio e forza, donne in primis insieme a quegli uomini che lo stanno già scegliendo o lo sceglieranno, che la libertà delle donne significa libertà per tutte e per tutti, perché le donne sono le Madri di tutte e tutti, di tutta l’umanità! E che se c’è una cultura da affermare è quella del riconoscimento della primarietà femminile, in ragione di questa e della comune umanità, per Giulia, per tutte e tutti noi, continuiamo a intraprendere con più forza strade di libertà e vivibilità.