a proposito del caso Cospito
la violenza minoritaria fa il gioco di quella statale

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La vicenda Cospito sembra aver catalizzato il caos e la vacuità della politica italiana che si avvita affannosamente intorno a se stessa.

Prosegue l’opera grottesca dentro le istituzioni, tra la premier che chiede compattezza ai rappresentanti dello Stato che sarebbe sotto assalto per il pericolo anarchico – “minaccia” concretizzatasi in qualche centinaio di sparuti individui a Roma, ancor meno a Milano – i suoi fedelissimi totalmente fuori controllo e il Pd giustamente indignato per le accuse provenienti da Fratelli d’Italia ma non altrettanto mobilitato sulle reali emergenze internazionali e nazionali. E non mancano neppure i rivoluzionari da operetta, che nelle suddette piazze hanno inscenato il solito copione fatto di cassonetti rovesciati, lancio di pietre e fumogeni, sfilate degli arrabbiati del sabato pomeriggio.

Da settimane la stampa si occupa di questo, riuscendo addirittura ad alimentare il polverone generale di una situazione che diventa da prime pagine confermando che si è davvero perso il senso della misura.

Nulla di contingente in tutto ciò: è il precipitare della crisi della democrazia decadente ormai guscio vuoto di contenuti reali e realmente importanti.

Alla confusione e allo sconquasso d’assieme partecipano attivamente coloro che promuovono atti e logiche di violenza minoritaria che condanniamo, come abbiamo sempre fatto: i manifesti che incitano all’odio violento verso singole persone, lo spaccare tutto per non cambiare niente e addirittura le gambizzazioni e gli attentati sono quanto di più odioso e contrario agli interessi della gente comune e alla possibilità di ingaggiarsi sul serio per cambiare in meglio; è ancor più evidente, oggi, quanto tutto questo faccia il gioco dello Stato che dicono di voler combattere mentre ne riproducono la medesima logica bellica e gli stessi metodi. Uno dei risultati è, fra l’altro, l’indistinta criminalizzazione di tutti gli anarchici, mentre la Federazione anarchica italiana è da sempre contraria a tali metodi messi in atto dalla Federazione anarchica informale.

Denunciamo la repressione poliziesca e ribadiamo che il nostro antistatalismo radicale è totalmente contrario alla violenza minoritaria, sempre e sempre più speculare e funzionale a quella istituzionale: rispetto a quest’ultima, riteniamo inaccettabile il regime carcerario del 41 bis per Alfredo Cospito, dai cui atti e dalle cui scelte siamo del tutto distanti e contrapposti.

5 febbraio 2023

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