Amministrative 2021
Nel tramonto della politica una valanga di astensioni

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Alcune considerazioni sull’esito del primo turno delle elezioni amministrative. Il dato più eclatante è che ha votato solo il 54 per cento degli aventi diritto. La crescita dell’astensionismo è tale che ormai una persona su due non va a votare, senza contare coloro che si esprimono con una scheda bianca o nulla. Le ragioni di questa scelta sono diverse. Ci sono persone volenterose e solidali, c’è gente che sta lottando per difendere il posto di lavoro, chi è esasperato per il peggioramento delle condizioni di vita, chi per l’irresponsabilità dimostrata dallo Stato in questo periodo di pandemia ed ha misurato la distanza incolmabile tra le proprie esigenze e la politica tutta. E poi sono tante le persone indifferenti in una società di estranei. Nella decadenza prevalgono l’emozione momentanea e la superficialità: il voto è sempre più volatile. Pe motivi banalissimi si passa facilmente da uno schieramento all’altro oppure non si va a votare. Questo anche perché i diversi interpreti della contesa elettorale si assomigliano sempre di più. Nella sostanza va colta una tendenza di fondo: siamo al capolinea della politica e questo si esprime anche con un distacco crescente di milioni di persone dal “rito sacro della democrazia”.
Le destre – ed in particolar modo l’asse tra il truce Salvini e Meloni – subiscono una sconfitta specialmente nelle grandi città. Hanno cercato di appoggiarsi sulle persone più retrive, hanno occhieggiato ai negazionisti del Covid e alimentato odio razzista ed è positivo che siano stati battuti. Nelle loro liste erano presenti anche candidati razzisti, antisemiti, apertamente fascisti e addirittura nazisti. Nell’alleanza delle destre ed in particolare nella Lega stanno poi crescendo divisioni. Comprendiamo le persone che per fermare queste bande reazionarie sono andate a votare in molti casi lo hanno fatto “turandosi il naso”.
I 5 Stelle mostrano un tracollo elettorale eclatante: il Movimento pareva in irresistibile ascesa, ma in soli 5 anni ha perso milioni di voti.
Il Pd di Enrico Letta tiene per inerzia ed ha un buon risultato, ottenuto anche per essere il più accanito sostenitore del tecnocrate Draghi. Forse i dati più inquietanti del voto sono che traspare una certa ricerca di “normalità “e si intuiscono illusioni nei confronti del governo per uscire dalla pandemia. Ne esce rafforzato il ruolo “bonapartista” di Draghi. Il Pd immobile e privo di uno straccio di progetto paradossalmente ha contingentemente usufruito di tutto questo.
Insomma anche dalle urne viene un messaggio chiaro: la politica, tutta la politica è lontana anni luce dai bisogni, dalle esigenze, dalla vita della gente comune. Nel profondo le persone continuano ad emergere sospinte dalla tensione a migliorare la vita che può essere ricercata confusamente e a volte anche male, ma non può essere cancellata dai poteri oppressivi.
In questo contesto vogliamo ricercare il dialogo e l’incontro con tante persone volenterose e solidali che sono in cerca di alternativa. Per noi si rafforza la convinzione di un impegno direttamente umano, individuale, relazionale e comune, per costruire aggregazioni benefiche alternative al contesto decadente della politica e dei poteri oppressiva. In questo senso vogliamo ricercare il dialogo con tante persone volenterose e solidali che sono alla ricerca di una alternativa.