Ciao Marcello

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Marcello Zuinisi (1968-2020)

Marcello Zuinisi ci ha lasciato. Il suo ultimo frenetico impegno lo aveva profuso nella battaglia per i diritti dei Rom e dei Sinti in questo paese, sfidando, per sostenerli, anche pregiudizi, situazioni o poteri apparentemente inscalfibili. Lo avevo incontrato oltre trent’anni fa, facendogli conoscere quella che di lì a poco sarebbe diventata la mia organizzazione, Prospettiva socialista e poi Socialismo rivoluzionario. A quell’impegno si era appassionato ed unito prima di me, sempre però con un incedere altalenante, fra slanci avventuristici e cadute vertiginose, metodologiche cioè umane. Nella seconda metà degli anni ‘90 avevamo poi condiviso l’esperienza di costruzione dell’organizzazione Sr a Prato, ma alle soglie del nuovo millennio Marcello ha scelto di allontanarsi dalla nostra comunanza.

È in quel tempo che ha cominciato a maturare e esplodere quel “male” che lo ha portato a soffrire a lungo e sempre più spesso a perdere serenità e lucidità, a operare scelte sbagliate, prima fra tutte quella di non prendersi sufficientemente cura di sé. Ma non ci siamo mai persi di vista completamente, anche se non condividevo quella sua vita sempre più disgregata e complicata, nella quale a volte rimproverava a me (e a tutti e tutte noi) l’impegno – che nel frattempo, con la nascita de La Comune, cambiava e lui non lo capiva – con la stessa facile mancanza di equilibrio con cui altre volte ci ringraziava per aver contribuito a farlo diventare la persona che era. L’impegno recente con la sua “Associazione Nazione Rom” ci aveva fatti riavvicinare nella preparazione della manifestazione nazionale antirazzista del 10 novembre 2018, poi nel Forum Indivisibili e solidali, nel cui futuro credeva e di cui aveva parlato sia al Convegno internazionale del 2019 di Vallombrosa, sia in un contributo pubblicato su La Comune. Questo impegno per l’antirazzismo radicale è quello che ci piace ricordare di più di lui, oggi che se n’è andato con tutte le sue contraddizioni, con le sue provocazioni genuine ma spesso insopportabili, con la sua passione rivoluzionaria così poco coltivata e troppo spesso svilita, con la sua vita difficile, alla quale alla fine purtroppo si è arreso.