riaprire le scuole in sicurezza

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Cos’è la scuola? Potrebbe essere un luogo felice in cui tutti possono crescere grazie ad altre persone che suscitano la voglia di imparare – questione chiave della vita di ogni essere umano – e grazie a coetanei con cui si è protagonisti di questo percorso in cui si gioca, ci si incuriosisce di sé, degli altri, del mondo, delle scoperte che si fanno quando si è piccoli; un luogo dove condividere simpatie e antipatie, innamoramenti e delusioni per idee e persone, da adolescenti.

Anche prima della pandemia la scuola di Stato, per costituzione una fabbrica di cittadini, non garantiva minimamente quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale come quello alla scuola pubblica, che in questa decadenza più che mai si regge in piedi solo grazie alla buona volontà delle persone migliori che vi lavorano. Cionondimeno, se non si ha la possibilità di relazionarsi dal vivo anche i migliori non possono dedicarsi a bimbe/i e ragazze/i. Ma ci sono ulteriori conseguenze: i danni provocati dalla “didattica digitale” sono immani, dall’attacco alla capacità di pensare e sentire, a quella di relazionarsi con gli altri, senza contare le conseguenze sull’apprendimento, i danni psico-fisici, l’aggravarsi delle diseguaglianze sociali e delle discriminazioni.

Il governo italiano quest’estate non ha voluto cercare le soluzioni consone a garantire un rientro a scuola in sicurezza e ora, la ministra Azzolina in primis, vuole riaprire tutto senza le misure necessarie.

Garantire la riapertura delle scuole è necessario, ma in sicurezza. Ci vuole un tempo per preparare quello che non è stato fatto finora: a gennaio si può e si deve riaprire, potenziando veramente i mezzi pubblici nelle fasce orarie di entrata e uscita delle scuole, dotando gli edifici scolastici di presidi sanitari consoni, assumendo insegnanti, educatori, personale ATA e riducendo drasticamente i numeri di alunni per classe per facilitare il distanziamento e l’attenzione al tracciamento dei casi positivi. Ci vogliono più assunzioni e comunque, al limite, meglio meno ore di lezione e in sicurezza che ore e ore davanti a un pc: difendiamo, curiamo e miglioriamo la nostra umanità.

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