Lo ius soli è un diritto, il merito c’è già

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Lo ius soli – l’acquisizione dei diritti garantiti dalla cittadinanza italiana per il fatto stesso di essere nati in Italia –, secondo alcuni, oggi, i figli e le figlie degli immigrati, se lo sarebbero guadagnato anche sulle piste di atletica: se non fosse per i loro sforzi infatti il medagliere italiano a queste olimpiadi non sarebbe stato tanto storico. Sono decenni però che i giovani di origine straniera nati in questo Paese sono costretti a fare domanda di cittadinanza al compimento dei diciotto anni e, quindi, a dover dimostrare tutta una serie di credenziali che è molto faticoso ottenere; chi non trova un lavoro e non dimostra una residenza continuativa rischia addirittura l’espulsione. Adesso il clamore delle vittorie olimpiche ha riacceso i riflettori su questa vicenda ma le dichiarazioni dei politici però sono puro esercizio di propaganda: governano tutti insieme e lo ius soli non sarà certo un tema né di legge né di dibattito parlamentare. Il segretario del PD Letta parla di battaglia di civiltà dimenticando che il suo partito, quando aveva i numeri in parlamento per far approvare una legge in materia, non ha fatto nulla. Salvini e Meloni utilizzano strumentalmente la vicenda degli sbarchi e ripropongono lo slogan di sempre: prima gli italiani. E chi nasce qui, vive qui, studia qui, parla la lingua di questo Paese non è altrettanto “italiano”? Per loro riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia significherebbe distrarre dai “problemi principali”, indebolire o negare i diritti acquisiti dagli “italiani”. Pensiamo invece che riconoscere lo ius soli rafforzi i diritti di tutti e possa accrescere le libertà. Certo una medaglia d’oro è un merito e un lustro. Altrettanto e forse anche di più lo è l’impegno di milioni di persone che in questo Paese curano, lavorano, coltivano, costruiscono, allevano, creano, studiano e sostengono, vivono, ma per una propaganda razzista non esistono. Se davvero è il necessario il merito che è necessario per ottenere lo ius soli, crediamo che le madri e i padri dei nuovi nati in Italia se lo siano già guadagnato. Noi, da sempre ci battiamo per una misura elementare di umanità: che tutti i diritti fondamentali siano garantiti ad ogni persona a prescindere dal suo passaporto e dalla sua provenienza e sappiamo che gli Stati ostacolano in tutti i modi questa possibilità. Lo ius soli può essere un passo in questa direzione: è un diritto umano che è indegno continuare a negare.