Lotte di contadini/e in India
Diamo spazio a chi lo merita

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Nell’informazione non ci sono solo le fake news ma anche tante notizie insignificanti che prendono un enorme spazio mentre avvenimenti importanti  – ma “lontani” – passano in secondo piano. Un esempio eclatante è quello delle mobilitazioni di contadini e contadine in India che, rispetto alla loro enorme portata, hanno trovato ben poca eco.

L’agitazione è iniziata con uno sciopero che ha coinvolto quasi 300 milioni di persone e le mobilitazioni durano da più di due mesi. Decine di migliaia di contadini/e presidiano le principali vie di accesso alla capitale, Nuova Delhi, in cui in cui gli è vietato entrare. Ciononostante, il 26 gennaio hanno sfondato i cordoni di polizia e, con i loro trattori, cavalli e a piedi, hanno raggiunto e occupato il Red Fort, monumento simbolo indiano. Il 6 marzo hanno dichiarato un giorno di mobilitazione in tutto il paese, presidiando e bloccando le strade in 10.000 punti. Chiedono il ritiro del progetto di legge del premier Modi che li metterebbe sotto le grinfie rapaci delle multinazionali e dei privati dell’agrobusiness. Ciò peggiorerebbe le loro già difficili condizioni: metà delle famiglie di agricoltori vive con un reddito annuo di 270 dollari.  Si tratta della più seria contestazione popolare che, da quando è al potere, ha ricevuto il governo del fascistoide Modi, che reagisce da par suo: repressione poliziesca, blocco delle comunicazioni internet per i contadini intorno alla capitale, calunnie. I contadini sono stati accusati di essere “pagati” per manifestare o addirittura “terroristi”, è stata aperta una indagine di polizia su un presunto “complotto internazionale” contro l’India.

C’è tanto, tanto bisogno di cambiamenti nell’India rurale, ove vive più di mezzo miliardo di persone. Vi imperano il patriarcato e il sistema razzista delle caste intrecciati con gli inganni della democrazia. Le riforme di Modi peggiorerebbero la situazione, la sua sconfitta potrebbe invece dare più forza e coraggio a chi nelle campagne – a partire dalle contadine che già sono in prima fila in queste mobilitazioni – ha a cuore la dignità e la cura della vita.