Un chiarimento a proposito di
“L’offensiva di Hamas. Non chiamatela resistenza”

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A seguito del dialogo con alcune e alcuni ispiratori della Corrente umanista socialista nel merito dell’articolo pubblicato il 10 ottobre su Lacomuneonline mi sono reso conto che in due punti del testo possono esserci giudizi che potrebbero apparire troppo generali sulla guerra. Ciò non corrisponde in primo luogo al mio pensiero. Infatti, per quanto riguarda la guerra e il terrorismo, essi sono fondativi degli Stati e dell’oppressione, ed è indispensabile riaffermare – come è già nel testo – la nostra più ferma condanna e ripudio. Ma è necessario aggiungere una chiarificazione. Nel corso della vicenda umana, anche la più recente, vi sono stati casi in cui è stato necessario e addirittura giusto prendere parte ad una guerra, ricorrendo alla lotta armata e facendo uso anche di attentati mirati contro obiettivi militari. L’esempio più immediato e dirimente è la Seconda guerra mondiale. Essa andava combattuta per sconfiggere il mostro nazi-fascista e per milioni di persone – donne e uomini comuni – fu necessario compiere una scelta morale difficile: combattere e mettere in atto azioni di resistenza armata finalizzate a colpire i vertici nazi-fascisti, i militari occupanti e i collaborazionisti. Vi sono molti esempi al riguardo. Tra i più emblematici l’attentato a Reinhard Heydrich, il “macellaio di Praga, del 1942 o quello ad un battaglione dell’esercito nazista a Roma, in Via Rasella, nel 1944. È importante aggiungere e sottolineare che per quanto riguarda le guerre non tutte contengono lo stesso grado di terrorismo. Lo fu, ad esempio, quella di liberazione anticoloniale combattuta dal popolo vietnamita. Essa fu una guerra legittima di autodifesa contro l’occupazione americana e non ricorse in misura rilevante al terrorismo a fronte invece di un nemico, il più potente esercito al mondo, che ne fece uso diffuso sulla popolazione civile. La contemporaneità si era aperta con un criminale e devastante atto di terrore: le bombe nucleari sganciate sulla popolazione civile e inerme di Hiroshima e Nagasaki, e da allora in poi il terrorismo sarà uno strumento di cui gli Stati e i poteri oppressivi hanno fatto e fanno largo uso.