Milano – Scuola
Nessuno spazio al negazionismo

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Le grida con cui un insegnante delle scuole superiori di Milano ha cercato di interrompere uno spettacolo dedicato alla Shoah contestando le cifre (cioè il numero delle vite umane spezzate) relative ai crimini dell’Olocausto sono un insulto alle vittime dello sterminio nazista e alla comune umanità di tutti noi. Si tratta di un episodio isolato ma grave che solo alcuni anni fa sarebbe stato difficile da immaginare e diventa purtroppo realtà nel clima di decadenza culturale e valoriale che viviamo, in cui imperversano i peggiori negazionismi vecchi e nuovi. Menzogne che trovano nel web un veicolo di propagazione devastante accentuato ulteriormente dagli inquietanti deliri informatici durante la pandemia da Covid 19. Chi viene oggi allo scoperto con vergognosi intenti di relativizzare ed edulcorare la tragedia senza fine dello sterminio nazista si approfitta vigliaccamente anche del fatto che ogni anno che passa sono sempre meno le persone sopravvissute alla tragedia in grado di far sentire la propria voce. E si giova spudoratamente della presenza di un governo di destra che ringalluzzisce i nemici del valore della vita e della verità storica come il “prof” in questione, Pietro Marinelli, già balzato in passato alle cronache per aver pronunciato frasi anti-islamiche nei confronti di una studentessa musulmana e nel cui blog pullulano prese di posizione filo-Putin e contro gli omosessuali e campeggiano foto che lo ritraggono assieme con “il signor” premier Giorgia Meloni e con il suo compare Ignazio La Russa, con buona pace delle ipocrite stigmatizzazioni di circostanza dell’accaduto da parte del confratello italiota Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Vari insegnanti dell’Istituto Curie Sraffa, dove insegna Marinelli, hanno giustamente preso “fermamente le distanze dalle modalità d’intervento del collega” e, nel solidarizzare con loro, ci sentiamo di dire che è indispensabile rigettare esplicitamente non solo le movenze ma anche e soprattutto gli aberranti contenuti che offendono in primo luogo la memoria delle vittime della Shoah e il senso della comune umanità con una portata che va ben al di là del fatto che si insegni oggi o si abbia avuto modo di insegnare in passato, come nel caso di chi scrive, nella scuola di Milano al centro della vicenda. In ogni scuola e in ogni ambito educativo e in tutti gli ambiti in cui si svolge la nostra vita, ogni giorno e non solo in occasione della “Giornata della memoria” siamo chiamati infatti sempre più a essere protagonisti in prima fila e senza tentennamenti di un impegno necessario e imprescindibile contro ogni forma di negazionismo in difesa della vita e della verità storica. Lo dobbiamo alle vittime dello sterminio e a tutte quelle le persone – veri propri eroi ed eroine della gente comune – che si sono contrapposte con enorme coraggio alla macchina di morte nazi-fascista salvando vite, resistendo e combattendo per l’umanità e dimostrando che contrastare e fermare i nemici dell’umanità si può e dipende in primo luogo, oggi come allora, da ciascuno di noi e da quello che scegliamo di essere.