Più cura
e responsabilità,
no alle imposizioni
liberticide

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Comprensibilmente cresce la preoccupazione per l’aumento dei contagi. Per fronteggiare questa nuova ondata c’è bisogno più che mai di buona informazione, cura reciproca, auto-responsabilizzazione. È necessario contrastare l’irrazionalità e l’irresponsabilità di quanti, ignorando le misure che contrastano il propagarsi del Covid, mettono a rischio se stessi e gli altri.
Il governo ha varato molti decreti, anche contraddittori tra loro. In questi mesi l’esecutivo guidato da Draghi ha elargito miliardi al grande padronato invece di investirli nella sanità che continua ad essere altamente deficitaria nonostante il prodigarsi del personale sanitario, nelle scuole che continuano ad essere sovraffollate e nei trasporti che sono estremamente inadeguati.
Ora, con quasi il 90% della popolazione vaccinata, ha deciso di imporre misure prepotenti, come il recente obbligo vaccinale, invece di impegnarsi in un’opera di seria informazione e convincimento per contrastare la pandemia. Così regna la confusione e tante persone, convinte che essere vaccinati equivalga all’immunità, si comportano con superficialità, mentre è fondamentale per tutti, oltre che vaccinarsi, mantenere il distanziamento, indossare sempre la mascherina Ffp2 e curare l’igiene delle mani.
Noi siamo convinti non da ora della necessità di vaccinarsi – ed è un dato di fatto che la situazione pandemica oggi è meno tragica grazie a questo – e parte del nostro impegno è persuadere tutte le persone che possono a farlo ma siamo contro l’imposizione dell’obbligo al vaccino contro il Covid 19. Il nuovo decreto governativo lo impone, invece, a tutte le persone con più di 50 anni.
Le misure prese dal governo già nei mesi scorsi attaccano la libera circolazione delle persone che non hanno il green pass, impedendo un diritto fondamentale, invece di insistere sulle misure di prevenzione del contagio; pongono una serie di limitazioni alla libertà di manifestare creando – con il pretesto dell’emergenza pandemica – un gravissimo precedente di carattere liberticida; colpiscono pesantemente le lavoratrici e i lavoratori senza green pass con ammende fino a 1.500 euro e la sospensione dello stipendio in ragione del profitto (Draghi è stato chiaro: “Dobbiamo difendere il Pil che cresce”, ha detto, trovando il pieno accordo dei vertici della Cgil che rivelano ancora una volta la loro subalternità ai padroni). L’irrazionalità arriva al paradosso: un lavoratore vaccinato ancora positivo al Covid-19 al 21esimo giorno, finita la quarantena, deve comunque tornare al lavoro anche se così facendo mette a rischio se stesso e gli altri. L’unico caso in cui la sospensione lavorativa per noi ha ragion d’essere è quello del personale sanitario che, proprio per il ruolo di cura che svolge, deve essere una garanzia di sicurezza per sé e per gli altri.
La logica prepotente e impositiva dello Stato e del governo non contribuisce a curare e prevenire, anzi rischia di rafforzare i settori più reazionari delle destre e dei no vax. Più che mai, invece, c’è bisogno del protagonismo di ciascuno, della cura delle relazioni e di una responsabilizzazione reciproca per garantire la sicurezza comune.

7 gennaio 2022
La Segreteria de La Comune