Scuola-lavoro
Lo Stato contro la vita

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Giuliano De Seta aveva 18 anni, era uno studente ed è morto mentre lavorava. La scuola lo aveva inviato in una fabbrica per la cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” dove una lastra di acciaio ha spezzato la sua giovane vita. Oltre l’immenso dolore, per la sua famiglia, in questi giorni è arrivata la beffa. L’INAIL (l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) ha deciso che la morte di Giuliano non merita alcun indennizzo, perché era uno “stagista” e non un operaio della ditta. Solo uno stagista capo-famiglia, cioè che avesse dei familiari a carico, avrebbe potuto ottenerlo, ma non un ragazzo di 18 anni, secondo il cinico “regolamento” di quel pezzo di Stato che dovrebbe garantire i lavoratori in caso di infortunio. Giuliano non avrebbe dovuto assolutamente trovarsi lì, perché era solo un giovane studente, ma la logica voracemente aziendalista della scuola di Stato, unita alla noncuranza delle più elementari misure di sicurezza che da sempre caratterizza l’operato di tanti padroni, lo hanno ucciso. Lasciandolo per ora senza giustizia.