Il ministro degli Esteri Wang Yi ha presentato alle Nazioni Unite la proposta della Cina per la pace in Ucraina, articolata in quattro punti: ricercare il dialogo senza pre condizioni, lavorare per la de escalation, favorire gli interventi umanitari, cercare la stabilizzazione economica. Con queste linee guida l’ultimo impero si contraddistingue nella ricerca di una soluzione per il conflitto. In particolare, è significativa la proposta degli interventi umanitari con la quale Pechino accresce la propria credibilità agli occhi di tante popolazioni nel mondo, non solo di quelle colpite dagli effetti della guerra in Ucraina. Infatti, mentre le Nazioni Unite, la Nato e l’Unione europea si sono ingaggiate nella guerra inviando armi e promuovendo le sanzioni contro la Russia, la Cina puòLeggi Tutto

Sono 8 mila le moschee rase al suolo, adibite ad attività commerciali o abbandonate all’oblio in quell’immensa provincia occidentale che la Cina si ostina a chiamare Xinjiang, “Nuova frontiera”. L’obbiettivo è la cancellazione della cultura e dell’identità del popolo uiguro, turcofono e a maggioranza musulmana. Ma Pechino non si limita ad accanirsi contro i luoghi di culto: costringe in campi di “rieducazione” un milione di uiguri, impone un lavoro semischiavistico ad altre 100 mila persone, prova a negare il futuro di questo popolo torturando le donne con la pratica delle sterilizzazioni forzate. Negli ultimi dodici anni questa pulizia etnica si è molto intensificata, per lo più nel silenzio e con la complicità di molti attori internazionali: non solo i grandi marchiLeggi Tutto

Secondo fonti statunitensi, venute in possesso di un documento interno originale, Huawei avrebbe sviluppato per il governo di Pechino, un sistema di riconoscimento facciale finalizzato a identificare gli appartenenti all’etnia uigura. Gli Uiguri, originari dello Xinjiang, sono una minoranza etnica turcofona, per lo più di religione musulmana, oggetto da decenni di pesantissime repressioni e discriminazioni da parte del governo cinese. Oltre 1,3 milioni di uiguri sono rinchiusi in “campi di rireducazione” statali, sono vietati i loro usi e costumi, le loro moschee distrutte, la loro lingua di fatto cancellata nelle scuole pubbliche. Ora a tutto questo si aggrava, nel delirio digitale fomentato dal governo cinese e con la zelante complicità servile della più importante multinazionale cinese delle nuove tecnologie. Con l’invenzioneLeggi Tutto