Degni della trama di una spy story, i risultati finora pubblicati dell’inchiesta sul Progeto Pegasus, condotta da Forbidden Stories – una rete di giornalisti – e Amnesty International, in realtà non sorprendono molto: dimostrano, ancora una volta, come internet e le tecnologie sono un mezzo di controllo e di repressione. Pegasus, ideato e realizzato dalla società di sorveglianza israeliana NSO Group, per spiare e rubare dati, è un programma software acquistato e utilizzato da Stati, governi e polizie di varie parti del mondo con lo scopo, sostengono loro, di impiegarlo nell’ambito della lotta al terrorismo. In realtà, grazie a una fuga di notizie (c’è anche chi spia le società che fanno programmi di spionaggio!) Forbidden Stories e Amnesty International hanno svelatoLeggi Tutto

Secondo fonti statunitensi, venute in possesso di un documento interno originale, Huawei avrebbe sviluppato per il governo di Pechino, un sistema di riconoscimento facciale finalizzato a identificare gli appartenenti all’etnia uigura. Gli Uiguri, originari dello Xinjiang, sono una minoranza etnica turcofona, per lo più di religione musulmana, oggetto da decenni di pesantissime repressioni e discriminazioni da parte del governo cinese. Oltre 1,3 milioni di uiguri sono rinchiusi in “campi di rireducazione” statali, sono vietati i loro usi e costumi, le loro moschee distrutte, la loro lingua di fatto cancellata nelle scuole pubbliche. Ora a tutto questo si aggrava, nel delirio digitale fomentato dal governo cinese e con la zelante complicità servile della più importante multinazionale cinese delle nuove tecnologie. Con l’invenzioneLeggi Tutto

Una settimana fa Twitter ha bloccato per diffusione di fake news l’account di Kayleigh McEnany, collaboratrice di Trump e portavoce della Casa Bianca. La McEnany, così come molti altri account di supporter del presidente ugualmente silenziati dal network, aveva diffuso la bufala orchestrata da The New York Post, quotidiano ultraconservatore, di presunti legami tra Hunter Biden, il figlio del candidato democratico alla presidenza, e il governo ucraino attraverso una multinazionale petrolifera di Kiev. Insomma il classico caso montato ad arte per attaccare, attraverso il figlio, il padre, adesso che i sondaggi danno il mentitore seriale della Casa Bianca in netta difficoltà. Ma quello che più colpisce è la solerzia di Twitter: una redenzione improvvisa del social media o piuttosto una sceltaLeggi Tutto