Dopo una tenace resistenza alla fine Boris Johnson si è dimesso, ma resterà in carica fino all’autunno. E’ finalmente caduto il più agguerrito guerrafondaio, quello che ha provocato un disastro durante la pandemia con la teoria dell’immunità di gregge, travolto dagli ultimi scandali: la sua partecipazione a festini incurante del lockdown, la sua copertura complice al deputato Pincher molestatore seriale. E a questo punto di fronte al clamore delle malefatte di questo patriarca con l’elmetto anche chi sapeva non ha potuto fare più finta di niente e sono partite le dimissioni a raffica dal suo governo. Alla fine Johnson se ne andrà, ma quello che rimane è la nitida espressione dell’immoralità della politica giunta oramai alla sua parabola finale.Leggi Tutto

Lo sciopero della fame dei diretti interessati e le manifestazioni di solidarietà hanno per il momento sventato un efferato crimine di Stato: ieri sera, all’ultimo istante, è stata sospesa la deportazione di un primo gruppo di profughi dalla Gran Bretagna verso il Rwanda. Deportazione, traffico di esseri umani: come altro si può definire l’intento del governo britannico di “dislocare” in altro continente (secondo il linguaggio demo-ipocrita) i richiedenti asilo? Di spedire come pacchi postali a migliaia di chilometri di distanza persone approdate sull’Isola dopo esser sfuggite a guerre e persecuzioni, costrette ad attendere lì probabilmente per anni l’esito delle loro richieste di asilo? È una norma del tutto legale che, stando alle parole di un ministro della Corona, gode di unLeggi Tutto