Da un recente sondaggio* sull’invio di armi all’Ucraina, risulterebbe che una maggioranza degli intervistati sarebbe contraria. Vi si può leggere un segnale confortante, visto che la maggioranza della politica è orientata al contrario. Fa però ulteriormente riflettere il fatto che tra il quasi 40% dei favorevoli all’invio di armi, ben il 74% di essi si riconoscerebbe nel centrosinistra. Ci si sarebbe forse aspettato l’opposto. Non è facile oggi identificare chi sia elettore di un determinato schieramento. Da tempo vi è infatti una grande fluidità anche sul piano degli orientamenti elettorali, espressione di una perdita di riferimenti reciproca tra politica e persone comuni che si combina con l’implodere degli assetti sociali. In altri termini, chi oggi voterebbe, per esempio, centrosinistra non necessariamenteLeggi Tutto

È specialmente importante, in un momento dove la guerra travolge la vita di tante donne, uomini, bambine e bambini in Ucraina, ritornare su pagine della storia dove la guerra la si è fronteggiata in ragione della vivibilità e di una vita migliore. Come a Parigi, 151 anni fa, con la Comune di Parigi, a cui Lorenzo Gori ha dedicato una ricostruzione e reinterpretazione appassionanti in “Parigi 1871 – La speranza della Comune” edito da Prospettiva edizioni. Quella che per molti è stata la prima rivoluzione sociale viene più profondamente riconsiderata alla luce delle coordinate di una visione umanista socialista. “Possiamo considerare la Comune davvero un crocevia della storia […] dove l’aspetto sociale non era l’unico presente e forse neanche quello prevalente.Leggi Tutto

Un’altra memoria, non solo dedicata alle vittime dei campi di sterminio ma anche all’eroismo quotidiano più diffuso e differenziato, e spesso dimenticato, di chi ha combattuto e ha resistito ai mostri gemelli, come Lev Trotsky aveva acutamente denunciato: il nazismo e lo stalinismo. Un’altra memoria per “l’indirizzo etico”, come scrive Fabio Beltrame in Eroi, traditori e complici nell’inferno nazista, e per i soggetti che coinvolge: persone comuni. «Ma – come scrive Fabio Beltrame – definirla ‘gente comune’ non significa sminuirne la scelta morale compiuta che è tutt’altro che un atto ‘comune’, ordinario. Si intende che i protagonisti di quelle azioni non si consideravano persone speciali». Quindi un’infinità di gesti e atti, di cui spesso si è appannata la memoria, appunto, contraddistintiLeggi Tutto

Ogni anno, per iniziativa dell’Onu, si celebra il ricordo della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’armata rossa il 27 gennaio 1945. Dovremmo però imparare ad esercitare la memoria, come capacità non passivamente rivolta al passato ma come facoltà creativa innanzitutto del presente futuro, ben oltre le ricorrenze stabilite, come attivazione delle nostre qualità sentimentali e riflessive per scegliere chi essere e come essere migliori. Cosa si ricorda e come è quindi fondamentale per ciascuno di noi: limitarsi alla tragedia o cercare gli spunti e gli esempi che possono meglio aiutarci ad attivare tale possibilità di essere migliori? Per quest’ultimo intento è importante guardare a coloro che più sfidarono l’olocausto in atto. Un episodio molto importante di ciòLeggi Tutto

103 anni fa veniva assassinata Rosa Luxemburg per mano degli sgherri dell’allora ministro della difesa socialdemocratico Gustav Noske. Più di un secolo ci separa dalla scomparsa di questa straordinaria donna, dirigente e teorica marxista rivoluzionaria. Eppure sentiamo il suo pensiero, la sua idealità, la sua originalità quantomai vive pur nelle sue contraddizioni. Scriveva Dario Renzi: “Esitiamo ancora a dire che non c’è stata donna più contraddittoria di Rosa Luxemburg: nessuno è più marxista di lei, nessuno lo è meno. Nessuno è più impegnato di lei sulle grandi questioni, ma al contempo è una persona tanto attenta alle piccole cose da farne un’arte della miniatura e della miniatura della vita, e a risalire dalle piccole cose alle grandi, come testimoniano tanti aneddoti,Leggi Tutto

26 dicembre 2004, diciassette anni fa una tragedia immane colpisce una parte dell’Asia. Più di 300mila morti causati dallo tsunami e dalle responsabilità umane, che potevano evitare o limitare grandemente il numero delle vittime. In tempo reale Dario Renzi in “Il senso dell’umanità. L’impegno dopo lo tsunami”, edito da Prospettiva Edizioni, ne ricostruisce dinamiche e responsabilità, ma soprattutto prova a trarne lezioni per ripensare la vita. “Meditare sulla tragedia accende la memoria sulle traversie dei nostri simili nei secoli, insinua più che il sospetto la certezza intuitiva che tanti massacri potevano essere evitati. […] Giunge il momento di riconsiderare la storia, la nostra storia, il modo in cui l’avviciniamo, nelle poche certezze e nelle tante incognite che ci consegna. […] CominciareLeggi Tutto