Il governo Netanyahu dopo aver bombardato e affamato la popolazione civile ha ora cominciato l’occupazione e la deportazione dei palestinesi, mentre proseguono gli insediamenti criminali dei coloni in Cisgiordania. Questo massacro avviene nell’ipocrisia e con la complicità degli Stati. Siamo al fianco degli oppositori ebrei che lottano contro Netanyahu. Denunciamo ogni copertura e giustificazione – da qualunque parte provenga – dell’operato reazionario di Hamas autore del criminale assalto alla popolazione civile ebrea il 7 ottobre. Siamo solidali con la Sumud Flotilla e appoggiamo tutte le iniziative indipendenti di solidarietà con la popolazione palestinese. Sosteniamo tutte le iniziative volte a fermare la guerra e il genocidio, che promuovono pacificazione e convivenza tra i popoli. Ciò che avviene a Gaza è tragico eLeggi Tutto

L’attentato di Gerusalemme che ha tolto la vita a persone innocenti, ci obbliga a riflettere su un principio fondamentale: la guerra e il terrorismo sono due facce della medesima medaglia oppressiva ed un ostacolo alla pacificazione umana. Ciò vale per il terrorismo delle bande reazionarie terroriste di Hamas contro la popolazione ebraica in Israele che per quello del governo e dell’esercito israeliano su assai più larga scala contro la popolazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Il terrorismo non è una forma di resistenza (come alcuni sedicenti solidali nelle ore successive all’attentato hanno ancora una volta rivendicato) ma un veicolo fondamentale dell’oppressione che colpisce seminando paura e odio ma che si rivolge anche contro gli stessi palestinesi in nome deiLeggi Tutto

Il riconoscimento dello Stato di Palestina, guidato da nazioni come Norvegia, Spagna, Irlanda, Francia e Regno Unito, a cui si stanno associando altri Stati europei, crea la falsa idea, in molte persone solidali, di un’azione concreta contro la continua occupazione ed espansione israeliana in Cisgiordania e le atrocità genocide a Gaza. La sola “minaccia” del riconoscimento alla prossima sessione dell’Onu permette, invece, al governo di Israele di continuare lo sterminio e di accelerare l’espansione in Cisgiordania, di aggredire il Libano del sud e la Siria. Sono gli stessi Stati democratici che rigettano però al mittente gli appelli, seppur ingenui, di tante persone moralmente scosse dalla barbarie in atto, di interrompere le “relazioni diplomatiche”, di fermare le forniture di armi (di cuiLeggi Tutto

No alla guerra genocida del governo Nethanyahu, no alle logiche criminali di Hamas! Con il popolo palestinese e con le popolazioni ebraiche che lottano contro la guerra! In questi giorni da numerosi porti del Mediterraneo stanno partendo le navi della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa per portare aiuti, cibo e medicinali alla popolazione di Gaza da mesi sotto assedio. Decine di associazioni hanno dato vita a centri di raccolta di aiuti incontrando una solidarietà diffusa di gente comune, persone del volontariato, credenti, che mostra la volontà di non assistere passivamente a quanto accade. Il governo Nethanyau sta aggravando l’azione genocida a Gaza con l’occupazione finale della striscia e con la pulizia etnica in Cisgiordania, con il concorso dell’esercito e le azioni criminaliLeggi Tutto

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv e in altre città domenica 17 agosto, in una delle più grandi manifestazioni dell’ultimo anno, per chiedere un accordo che porti al rilascio degli ostaggi e alla fine della guerra a Gaza. La protesta, che secondo gli organizzatori ha visto la partecipazione di oltre due milioni di persone, è stata un evento di notevole portata in Israele. Le manifestazioni, indette dal “Forum delle famiglie degli ostaggi” e da quelle che hanno subito perdite il 7 ottobre e nei 22 mesi successivi, sono iniziate già dalle prime ore del mattino. Il culmine delle proteste é stato la sera in “Hostage Square” a Tel Aviv, divenuta un simbolo del movimento di opposizione alLeggi Tutto

Nella notte di venerdì 13 giugno Israele ha iniziato una serie di attacchi contro l’Iran con bombardamenti a postazioni militari, siti nucleari e diverse città tra cui la capitale Teheran. Il premier israeliano Netanyahu ha dichiarato che questi attacchi rappresentano l’inizio di una guerra contro l’Iran che sta rispondendo con mezzi militari inferiori. Dopo la guerra genocida a Gaza e in Cisgiordania, gli attacchi e i bombardamenti in Libano, in Siria e nello Yemen, questa nuova guerra è un’ulteriore tappa dell’escalation della prepotenza militarista di Tel Aviv. Infatti il governo Netanyahu è ormai senza freni e con le sue forze armate – da sempre rifornite dai paesi occidentali – vuole costruire con guerre e massacri una Grande Israele, un progetto criminaleLeggi Tutto