Print Friendly, PDF & Email
  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/1

    Lo stupore e la normalità della guerra non lontano da casa. Terribile nel suo farsi e strana nel racconto che ne viene fatto, la guerra. Sempre uguale, sempre diversa la guerra: è la creatività degli uomini nel distruggere e massacrare ma anche nel difendersi, la saggezza delle donne nel sottrarsi e proteggere, l’incredulità e l’incomprensione di bimbe e bimbi coinvolti. Ritorna la guerra, anzi non è mai finita: perché gli Stati la portano inevitabilmente con sé, tutti gli Stati, compreso quello italiano che malgrado il “ripudio” costituzionale non ha mai smesso di aumentare le spese militari persino nei tempi economicamente più difficili. Qualche giornalista ignorante o distratto ciancia sulla pace successiva all’11 settembre del 2001. Quando? Dove? Chiedetelo alle popolazioni africane,Leggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/3

    Il dramma bellico che stiamo vivendo si intreccia con il prosieguo della pandemia chiamando in causa e stressando le nostre migliori caratteristiche umane. La necessità di orientarsi è resa ancor più ardua da un’informazione in gran parte acriticamente schierata con l’arrangiato blocco degli Stati occidentali più o meno coerenti nell’assecondare il bellicismo radicale della Casa Bianca. L’invio costante e crescente di armi a Zelensky, le sanzioni a doppio taglio e la manifesta immobilità diplomatica internazionale, compresi i sornioni inviti di Pechino ad evitare l’escalation ed escluse le esternazioni aggressive di Biden, ovviamente prolungano la guerra infame voluta da Putin. Conviene rammentare sempre che i crimini perpetrati dalle truppe di invasione russa sono del tutto simili a quelli commessi ripetutamente dagli UsaLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/4

    Le dimensioni di un corpo vengono definite da larghezza, lunghezza ed altezza o profondità, al tempo stesso noi abbiamo una rappresentazione più complessa della dimensione della vita. La percepiamo immediatamente, la consideriamo nell’assieme, la scrutiamo nei trascorsi, la proiettiamo nel futuro, la avvertiamo nella sua inafferrabile totalità. Siamo dotati di straordinarie e capricciose facoltà quali l’intelligenza, la ragione, la memoria, la creatività, il sentimento. Inseparabili: funzionano assieme – spesso contraddicendosi e litigando – cercando laboriosamente una concordanza che sfocia nella nostra coscienza. È di questa che abbiamo più che mai bisogno nell’epoca che attraversiamo. La storia sdoppiata continua Viviamo tra pandemia e guerra, primavera che stenta ed estate che si avvicina, stanchezza accumulata e vacanze agognate, persone care desiderate oppure allontanate(si),Leggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/5

    In tempi di guerra cambia la percezione della realtà. D’improvviso tutto ci sembra effimero, sfuggente, in forse. La quotidianità e il futuro ci appaiono fragili, il ricordo del passato si stinge, gli amori e le amicizie sono ancora più preziosi eppure in pericolo, quei semplici gesti routinari diventano quasi incongrui, il prossimo si allontana ancor di più, la vita stessa non è mai stata tanto importante eppure insondabile. È lo sguardo interno che si appanna, non riusciamo a metterlo a fuoco. È l’infausta coscienza di un potere di morte che ci sovrasta, mostruoso, freddo, irrefrenabile e inconcepibile. Allora possiamo cercare di sfuggire, di non pensarci, di convincerci che tutto sommato la tragedia in atto non ci riguarda, di metterci al riparoLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/6

    Ci hanno raccontato che questo era il migliore dei mondi possibili, invece viviamo in un incubo crescente. Giovani donne ed uomini si affacciano su di una realtà corrotta e ne vengono travolti. La loro coscienza affanna in cerca di punti di riferimento ma trovano spazzatura culturale sempre più squallida, mistificante e mortificante, perciò sono affetti da melanconia o cadono in trappole negazioniste. Cercare lavoro significa sempre più spesso aggirarsi inutilmente e rimanere frustrati oppure sottomettersi a priori ed in modo incondizionato ad un padrone invisibile e sperimentare la provvisorietà cronica. L’individualità non è più naturalmente né tantomeno culturalmente riconosciuta ma trattata come una sorta di capriccio gestito da ideologie negative esorbitanti arruolate al servizio degli Stati e del mondo oscuro delLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    Le prime radici e l’ultimo impero/7

    Il Covid muta ma serpeggia ancora seminando vittime e creando problemi ad ognuno. Sembra che a riguardo i poteri oppressivi abbiano scelto – senza esplicitarlo – di optare per ciò che cinicamente chiamano “immunità di gregge”. Tutti/e avvertiamo un legittimo bisogno di meritate vacanze e può darsi che ciò sfoci in una frenesia tutt’altro che rilassante. Tragedie quotidiane di vario tipo ci colpiscono e vengono enfatizzate dai media. Forse in questo quadro può esserci la tentazione di abituarsi alla guerra o di rimuoverla? Eppure continua il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, sostenuta dalla coalizione dei paesi occidentali a guida statunitense: ci riguarda già direttamente ed indirettamente e prossimamente sarà così ancor di più. Il suo lento e sanguinoso sviluppo sembraLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    le prime radici e l’ultimo impero/8

    “La vita è un lavoro, un mestiere che bisogna sforzarsi di imparare: quando un uomo ha appreso lavita a forza di averne provato i dolori, la sua fibra, divenuta più resistente e flessibile, gli permette dicontrollare la sua sensibilità; allora egli fa dei suoi nervi specie di molle d’acciaio che si piegano senzaspezzarsi…”Honoré de Balzac (a proposito di un’idea padronale della vita)“Ogni Stato incoraggia il servilismo e la lealtà tra i potenziali uomini di potere, ma anche trail ben più vasto numero di persone al loro servizio.”Gabriel Kolko Che cosa sono oggi le classi, o forse è meglio dire le caste dirigenti da cui dipende una parte importante dei destini mondiali e quindi anche dei nostri? Che cosa sono diventati iLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza
    le prime radici e l’ultimo impero/9

    Una crisi generalizzata è in atto su scala mondiale. I poteri oppressivi, incapaci di farfronte ai problemi da loro stessi creati, dominano e sfruttano la gente comune senzacomprenderla, approfondendo così il baratro tra i palazzi e le società in sfacelo. Gli Stati,frutto e germe di culture negative, prepotenti e decadenti, privi di una visione olistica dellaspecie e della natura tutta, causano il deperimento di ogni forma di vita competendoferocemente tra loro utilizzando e alimentando la prima e fondamentale risorsa che hanno:la guerra in tutte le sue forme. Le esistenze di noi tutti sono coinvolte e sconvolte dal caosplanetario in modo più o meno visibile ad occhio nudo. Possiamo intuirlo o percepirlo se cisoffermiamo sui cambiamenti in corso, non solo pratici maLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza le prime radici e l’ultimo impero/10

    TRA CROLLI E RISCATTI “In fin dei conti , la creatività umana trova la sua fonte nella vita – e nel fatto incredibile che questa vita si accompagna ad una missione precisa: resistere e proiettarsi verso l’avvenire, costi quel che costi. Potrebbe rivelarsi utile pensare a queste origini modeste e tuttavia potenti allorché ci confrontiamo con l’instabilità e l’incertezza del presente.” Antonio Damasio *1 Una visione della nostra esistenza, basata su un approccio antropologico, permette, richiede e sollecita il libero sviluppo delle coscienze. Abbiamo la capacità e la possibilità di concepire il nostro modo di essere nel mondo con e tra le altre e gli altri come protagonisti unici ed inimitabili ma non perciò isolati o separati. La coscienza di séLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza le prime radici e l’ultimo impero/11

    RADICALITÀ VALORIALE O DOGMATICA STATALE? “Il bene può manifestarsi nei modi più diversi, però il suo sostrato più essenziale è quello di servire al prossimo, cioè a dire, si sviluppa nell’intimità dell’individuo come desiderio o necessità di tendere la mano agli altri e di contribuire alla loro felicità.”Heleno Saña “Nell’insieme, sembrerebbe che aiutare gli altri sia naturale per i piccoli esseri umani e sia motivato intrinsecamente da sentimenti di simpatia.”Michael Tomasello Conferme mistificanti L’esistenza e l’importanza, la dinamica e l’intreccio delle radici antropologiche è ribadita da costanti e molteplici esempi positivi che chiunque può osservare e sperimentare nella vita quotidiana. Al contempo è significativa la prova a contrario: le nostre origini primarie sono confermate e ribadite anche dal contrasto e dall’attaccoLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza le prime radici e l’ultimo impero/12

    NATURA E CULTURE DEL BENE “Natura di cose altro non è che il nascimento di esse in certi tempi e con certe guise, le quali sempre che sono tali, indi tali e non altre nascono le cose.”Giambattista Vico “Noi abbiamo sempre qualche cosa da fare con noi stessi, ma senza perdere in nessun momento la misura generale delle cose che sono a mio avviso: l’utilità della vita esterna, l’atto positivo, l’attività creatrice, il tutto per non sprofondare nel consumo spirituale e nella digestione”.Rosa Luxemburg Il necessario realismo Il mondo in cui viviamo spaventa. Siamo una specie strana e spesso estranea a se stessa. I potenti nella loro marcia oppressiva asservono e distruggono ogni forma di vita. Spesso ci sentiamo impotenti eLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza – Le prime radici e l’ultimo impero/13

    Dove comincia la ricerca del bene Ripartiamo dal nostro vissuto quotidiano, anche quello più elementare e all’apparenza banale, per cercare di comprenderne scaturigini e dinamiche, significati e contraddizioni possibili nella ricerca del bene: ciò che chiamiamo morale. C’è un originale, radicato ed insopprimibile desiderio di affermazione e felicità in ogni essere umano: comincia sin dalla nascita e ci accompagna per tutta la vita. Il cammino dell’esistenza è motivato e segnato da questo anelito costante la cui urgenza può comportare magnifici slanci e terribili cadute. Dal fulgore di un bene donato e condiviso all’orrore di un male causato e patito, con tutte le sfumature tra i due estremi: ecco il peculiare destino della nostra specie. Le circostanze ed il caso, la frettaLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza e del riscatto – Le prime radici e l’ultimo impero/14

    LA NASCITA DELLA MORALE La sensorialità agente ed il comportamento reciproco – ovvero la postura, la gestualità – sono veicoli immediati della ricerca e dell’offerta del piacere, del compiacimento, dell’attrazione tra gli esseri umani sin dalla prima infanzia. Dunque è esperibile, verificabile e dimostrabile quotidianamente che queste caratteristiche sono proprietà integranti e costituenti della natura umana. Infatti hanno una prima insorgenza infantile del tutto simile ad ogni latitudine, poi viene interpretata e declinata diversamente a seconda delle soggettività che crescendo si definiscono in virtù della presa di coscienza, all’interno di un determinato contesto familiare o assistenziale, e si nutrono delle varie culture di riferimento. È degno di nota soffermarci su come, da bimbe e bimbi, tutti ci assomigliamo in questa tensioneLeggi Tutto

  • Antropologia della decadenza e del riscatto – Le prime radici e l’ultimo impero/15

    LA RICERCA COSTANTE DEL BENE Abbiamo cominciato a ragionare attorno a come sin da piccole/i (dal nono mese di vita) siamo protagonisti di un primo grado della ricerca del bene. Da allora cerchiamo il nostro piacere suscitando quello altrui, oppure fronteggiamo il dispiacere cercando o donando consolazione. Vi invito nuovamente a scavare nei vostri ricordi più lontani, diretti ed indiretti, per verificare la correttezza di questa ipotesi che concerne la propensione costante ad interagire in questo senso ma non garantisce automaticamente il risultato. Una ricerca autobiografica in tale direzione contribuisce alla comprensione della fondamentale indagine sulla ricerca del bene e dei valori che lo accompagnano, ci motiva come attrici e attori insostituibili della stessa e si presta ad ulteriori generalizzazioni. LaLeggi Tutto

  • antropologia della decadenza e del riscatto
    le prime radici e l’ultimo impero/16
    INTRIGHI COSCIENZIALI

    “La scienza senza coscienza non è che la rovina dell’anima” Rabelais La coscienza è inafferrabile perché ha un’ampiezza misteriosa e plastica. Così diventa coscienza delle nostre origini proprie, ritrovando tracce confuse di una primarietà materna soffusa e confusa, gioita o patita. Mentre si afferma come regno inviolabile del nostro io appare fugace come coscienza speciale e specifica delle altre e degli altri intesi come individualità irriducibili e spesso irraggiungibili perché ignote; oppure erompe clamorosa, insistente, come coscienza delle persone per noi particolarmente importanti. Sarà quindi coscienza di relazioni condivise e in una qualche misura potrà essere reciproca. Intanto il nostro protagonismo quotidiano, per quanto ripetitivo e non di rado alienante, comporterà una qualche coscienza del sociale, inerente cioè la collettività diLeggi Tutto

  • antropologia della decadenza e del riscatto
    le prime radici e l’ultimo impero/17
    COSCIENZA IRRIDUCIBILE

    Abbiamo cominciato a esplorare il costante apparire sotto diverse forme della coscienza. Soffermandoci possiamo avvertire quanto essa sia implicita, condizionante e condizionata, rispetto alle altre nostre radici; in qualche modo scorre sottesa eppure è quella maggiormente indipendente perché è dalla coscienza che partiamo e ripartiamo sempre avvertendo l’irriducibilità del nostro io sensibile ed astratto. L’idea di noi stessi, in qualche modo, nelle sue profondità e nelle sue contraddizioni, nelle sue peculiarità ed incomprensioni, nella sua interezza e nella sua incompletezza, nel suo splendore e nella sua miseria appartiene solo a noi stessi… Oppure no? Il dubbio sorge legittimo e talvolta inquietante perché il significato della nostra coscienza non può prescindere dal momento che stiamo attraversando, dalla prospettiva che ci immaginiamo eLeggi Tutto