L’assassinio, con un colpo a bruciapelo da parte di un agente di polizia, di Nahel un giovane diciassettenne di seconda generazione non è un incidente isolato né un fatto casuale.Negli ultimi anni decine di giovani figli di immigrati che vivono nelle banlieues francesi sono stati uccisi da una polizia sempre più violenta, impregnata di razzismo ed impunita.All’indomani dell’assassinio e per numerosi giorni i quartieri periferici di Parigi ma anche numerose altre città francesi e persino il centro della capitale sono stati teatro di durissimi scontri tra la polizia e giovanissimi, saccheggi ed incendi di vetture, di edifici pubblici e centri commerciali.Le reazioni di Macron e del suo governo sono state caratterizzate da una volontà di scontro frontale, dall’incapacità di una minimaLeggi Tutto

Negli ultimi mesi il Perù è stato sconvolto da una profonda crisi politica e da grandi manifestazioni, dopo un autogolpe fallito del presidente Castillo. Il governo Boluarte che gli è succeduto ha represso con grande violenza le mobilitazioni facendo decine di vittime, a conferma del carattere sanguinario dello stato peruviano. Già in passato la guerra sporca tra l’esercito stragista e il barbaro terrorismo di Sendero Luminoso aveva fatto decine di migliaia di morti, soprattutto tra le popolazioni indigene. Oggi le istituzioni si confermano guardiane delle elite dominanti, profondamente razziste e classiste, dimostrando quanto la democrazia sia pericolosa e sia incline – soprattutto se fragile e in crisi – a reprimere ed uccidere. D’altra parte, la rivolta della parte storicamente più oppressaLeggi Tutto

Poche ore fa un potente terremoto ha scosso la terra provocando migliaia di vittime, crolli e danni in una vasta regione che va dalla Turchia meridionale alla Siria, facendosi sentire ancor più lontano, a Beirut e a Cipro, con il pericolo poi rientrato di uno tsunami nel Mediterraneo. Il bilancio delle vittime è purtroppo in crescita e i sopravvissuti rimasti senza un tetto nelle zone più montuose devono in molti casi affrontare neve ed intemperie senza neanche un ricovero. L’emergenza, motivata da un evento naturale come il sisma, è enormemente aggravata dalla precarietà che già connota l’esistenza di popolazioni in larga parte sofferenti a causa della guerra: di qua e di là del confine tra Siria e Turchia vivono da anniLeggi Tutto

In Perù continuano le proteste e le mobilitazioni. Migliaia di persone provenienti da tutto il paese, con tutti i mezzi possibili, si stanno concentrando a Lima e stanno morendo per reclamare i propri diritti. Non sono solo rivendicazioni che chiedono di tornare presto alle urne. Sono proteste incentrate sulla disparità totale che esiste tra una minoranza elitaria che ha in mano l’economia e le ricchezze del paese, e la maggioranza della popolazione che si trova a pagare le conseguenze dello sfruttamento delle risorse delle materie prime, sia in termini di danni ambientali, sia in termini di danni per la propria salute. Il paese è malamente diviso tra quei pochi che vivono all’occidentale, beneficiando di tutti i migliori servizi, e quei tantiLeggi Tutto

Era scritto che potesse succede ed è successo: una imitazione in Brasile di quanto fatto dai trumpisti a Capitol Hill due anni fa. La feccia bolsonarista ha inscenato una manifestazione a Brasilia in nome del non riconoscimento della validità del risultato elettorale e del successo di Lula, chiedendo un intervento dei militari. Grazie alla connivenza e complicità del governatore del Distretto federale di Brasilia (ex bolsonarista) e delle forze di polizia, dei manipoli hanno occupato con la forza il Parlamento e altri palazzi del potere (vuoti), vandalizzandoli. Dopo poche ore sono stati sgomberati dalle forze militari e Bolsonaro (in “trasferta” negli Usa) si è dissociato da questo delirante intento di “golpe democratico”, rivendicando il suo “rispetto della legge e della Costituzione”.Leggi Tutto

Pochi secondi di verità, interrompendo la propaganda di regime. Nel bel mezzo del notiziario della tv di Stato iraniana un ignoto gruppo di hacker ha trasmesso una serie di immagini delle rivolte della gente comune dell’ultimo periodo, con un testo in sovrimpressione che invitava ad unirsi alle mobilitazioni, denunciando la “Guida suprema” Khamenei come assassino.È stato un atto significativo, certamente irritante per il feroce regime teocratico di Teheran, ma che va compreso bene. Infatti, specialmente nell’Occidente cyberottimista, prono al nuovo potere tecnocratico dei padroni del web, si celebra questo gesto – insieme ad altri: basti pensare agli attacchi di Anonymous all’Isis – come emblematico del ruolo potenzialmente progressivo delle nuove tecnologie digitali. Ma ci si dimentica, quasi sempre, il presupposto fondamentale:Leggi Tutto

Il ministro degli Esteri Wang Yi ha presentato alle Nazioni Unite la proposta della Cina per la pace in Ucraina, articolata in quattro punti: ricercare il dialogo senza pre condizioni, lavorare per la de escalation, favorire gli interventi umanitari, cercare la stabilizzazione economica. Con queste linee guida l’ultimo impero si contraddistingue nella ricerca di una soluzione per il conflitto. In particolare, è significativa la proposta degli interventi umanitari con la quale Pechino accresce la propria credibilità agli occhi di tante popolazioni nel mondo, non solo di quelle colpite dagli effetti della guerra in Ucraina. Infatti, mentre le Nazioni Unite, la Nato e l’Unione europea si sono ingaggiate nella guerra inviando armi e promuovendo le sanzioni contro la Russia, la Cina puòLeggi Tutto

Da quattro giorni l’Iran è scosso da moltitudinarie mobilitazioni. Sono soprattutto ragazze e ragazzi, ariversarsi nelle piazze di città: sulle loro bocche il nome di Mahsa amini, giovane di origine kurda, morta a 22anni dopo essere stata arrestata a Teheran il 13 settembre dalla polizia morale per una ciocca di capellifuori dal velo. È la prima volta che donne e uomini si ritrovano insieme a dare vita a manifestazioni di taleportata contro il velo obbligatorio e la brutalità della repressione patriarcale e teocratica verso il generefemminile. Ci sono studentesse che bruciano il velo mentre gli studenti fanno loro da scudo, alcune sitagliano i capelli in segno di protesta. Risuonano gli slogan: “Donna, vita e libertà”, “Noi tutti siamo Mahsa,lottiamo assieme!”, “NonLeggi Tutto

Mentre il dramma di Melilla si svela in tutto il suo orrore, comincia a Madrid ilvertice della NATO. La coincidenza non è casuale: si tratta di due espressioni dellelogiche di guerra che in questi tempi gravano sulla condizione umana.Le informazioni gettano nuova luce sui fatti. Per primi hanno sofferto l’aggressionedella polizia marocchina quei giovani, in maggioranza sudanesi, che vivevano (inalcuni casi da anni) sui monti nei pressi di Nador, località marocchina vicina aMelilla, cui sono state distrutte tende e suppellettili. Quando poi 1.700 di loro,esasperati dalla situazione, hanno deciso di provare ad attraversare la frontiera, larepressione crudele e assassina ha provocato 23 morti – secondo la versione delMarocco – che salgono a 37 secondo alcune associazioni locali. Alla fine solo inLeggi Tutto

Siamo addolorati per la scomparsa di Amedeo Ricucci e esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle persone che gli erano più vicine. Amedeo è stato un coraggioso giornalista che stava sul campo, documentando e informando sui più importanti conflitti: Algeria, Kosovo, Afghanistan, Iraq e altri. Era insieme ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin quando in Somalia furono uccisi e vicino a Raffaele Ciriello, il fotografo ucciso a Ramallah. Ha collaborato ad iniziative del Comitato in solidarietà con la rivoluzione siriana di cui eravamo parte con altre realtà. Per informare non esitava a rischiare la sua stessa vita ed ha testimoniato i massacri compiuti da Assad in Siria. E si è impegnato nella denuncia del trattamento degli Stati nei confronti degli immigrati. InLeggi Tutto