Alle elezioni generali del 26 settembre nessuno scossone generale di ampia portata ha colmato in modo netto il vuoto lasciato da Angela Merkel, dimissionaria dopo quattro mandati consecutivi. Ciononostante il verdetto delle urne presenta alcune novità e cioè una netta crescita di consensi per la sinistra socialdemocratica dell’Spd: 25,7% : +5,2) e per i Verdi (14,8%: +5,9) con un buon risultato per i liberali della FdP (11,5%: + 0,8) a fronte di una chiara débâcle del partito di governo del centro-destra Cdu/Csu (24,1%: -8,8) e della Linke (sinistra) erede del partito unico della ex Ddr (4,9%: -4,3%) con una perdita di consensi dell’estrema destra dell’Afd (10,3%: -2,3). La forte e improvvisa ripresa della Spd canalizza i timori di una svolta marcatamente neoliberaleLeggi Tutto

Non è stata la prima volta e non sarà l’ultima. Come tutti i suoi predecessori anche il papa della solidarietà, capo del clero cattolico – maschile, maschilista e patriarcale, spesso abusatore – non può fare a meno di colpire le donne con parole che risultano pietre. Paragonare chi interrompe una gravidanza a coloro che “assoldano un sicario per un omicidio” – come ha fatto Bergoglio di ritorno da Budapest e Bratislava – è un atto gravissimo dalle conseguenze devastanti. Tanto più in un clima di misoginia come quello odierno, quando la ferocia del patriarcato decadente, femminicida, per mano di maschi violenti sta spezzando ogni giorno migliaia di vite in cerca di libertà. L’invito alla misericordia dei Pastori per comprendere e perdonareLeggi Tutto

Sono passati vent’anni dal sanguinoso attacco terroristico nel cuore di New York in cui perirono circa 3000 persone. Il primo motivo di sollecitazione della memoria e di solidarietà riguarda la ferita inferta a coloro che hanno perso i propri cari, in questo come nei tanti attentati che hanno preceduto e seguito quel giorno di settembre. Fu una morte in diretta, mostruosa e spettacolare, che colpì dall’alto gente comune ignara; peculiare fu l’obbiettivo scelto, al centro di una delle più grandi e importanti metropoli del pianeta, nel cuore della nazione militarmente più potente del mondo. A vent’anni di distanza, è necessario fare un bilancio: che ne è stato della “guerra al terrorismo” condotta dalla democrazia statunitense e dai suoi alleati (Italia inclusa)?Leggi Tutto

“Esigiamo il diritto all’istruzione, al lavoro, alla libertà, alla sicurezza” scandisce una delle manifestanti di Herat. Sono le prime a mobilitarsi, appena due settimane dopo la caduta di Kabul, a una manciata di giorni dall’orrendo attentato all’aeroporto, quando i talebani si stanno appena insediando al potere e ancora non hanno vinto la resistenza nel Panshir. Le manifestanti non si fanno paralizzare dalla paura e dall’orrore né dal caos e dalle false promesse. Sono poche decine di donne; sono innanzitutto avanguardie coraggiose e straordinariamente audaci che indicano la strada del protagonismo diretto. La loro mobilitazione mette a nudo l’inequivocabile natura reazionaria dei talebani e svela le ipocrisie democratiche su un presunto nuovo corso moderato di questi ultimi. Nei giorni successivi, l’esempio delleLeggi Tutto

Ciò che stanno vivendo le popolazioni in Afghanistan ci preoccupa e ci sta a cuore. Dopo 20 anni di guerra crudele le truppe Usa e alleati hanno lasciato un paese ferito e devastato. In questo contesto i talebani si instaurano con l’intento di costruire un emirato oscurantista, terrorista e iperpatriarcale sottomettendo la popolazione e in particolare donne e bambini. L’Isis torna a colpire con un attacco terroristico, causando centinaia di morti e feriti. In questi lunghi anni di guerra e terrore la vivibilità in Afghanistan è stata seriamente compromessa ma nonostante ciò e pur in condizioni estreme le donne hanno provato instancabilmente a cercare strade di miglioramento della vita per sé e i propri cari. Proprio in questi giorni gruppi diLeggi Tutto

Un attacco terrorista nei pressi dell’aeroporto di Kabul, annunciato da giorni, ha causato almeno 100 morti e centinaia di feriti. Le vittime sono soprattutto civili afghani – molti bimbi e donne – che cercavano di accedere al ponte aereo che gli Usa e alleati hanno allestito in seguito al ritiro militare dal paese. Tra i morti anche 13 militari Usa. La stampa ha dato notizia di una rivendicazione da parte dell’Isis-K, una formazione afghana della rete dello Stato Islamico, formatasi grazie soprattutto a gruppi di fuoriusciti dai talebani.  La solidarietà va ai cari delle tante vittime, il pensiero corre alle responsabilità e alle lezioni che possiamo trarre da questa tragica notizia. Gli Usa e alleati, tra cui anche l’Italia, hanno persoLeggi Tutto

I talebani hanno preso Kabul e stanno ripristinando un emirato islamico, il loro ordine del terrore. È un’ulteriore, tragica prova dei pericoli di questa epoca. Innanzitutto, sono eclatanti la debacle e la decadenza del sistema democratico e della sua leadership statunitense. Washington, alla testa di una coalizione a cui partecipava anche l’Italia, ha condotto in Afghanistan la guerra più lunga della sua storia e ha fallito su tutta la linea – visto che gli obbiettivi erano rovesciare i talebani, eliminare il terrorismo e instaurare la democrazia. La verità è questa, checché ne dica Biden che ora non è nemmeno capace di ammettere la sconfitta. Uccidono senza pietà senza saper imporre la loro “pax democratica” e non sanno nemmeno perdere una guerra.Leggi Tutto

Il tragico bilancio di distruzione e morte di persone e di tante altre specie vittime degli incendi di foreste e praterie europee, americane e tropicali come della tundra siberiana, ha responsabilità ben precise. Gli stati, le società estrattive, immobiliari e dell’agrobusiness, legali e mafiose, con la loro logica del profitto, il gigantismo sociale che in spazi limitati ammassa milioni di persone sempre più aliene agli ambienti naturali in cui vivono e l’antropocentrismo distruttivo causano da lungo tempo il riscaldamento globale, il saccheggio e il degrado ambientale dei territori, esponendo così maggiormente tutti e tutto agli incendi fuori controllo. La loro colpevole irresponsabilità non gli permette di prevenirli e contrastarli efficacemente. La situazione peggiora ancor più laddove queste logiche sono assunte anche daLeggi Tutto

La prematura scomparsa di Gino Strada coincide con le notizie drammatiche che giungono dall’Afghanistan. Caduta Herat, l’avanzata dei talebani spinge alla fuga disperata decine di migliaia di persone, soprattutto donne e bambine, che temono, a ragione, le violenze su di loro. Il dramma in corso in Afghanistan, dove si sono succedute per oltre 20 anni coalizioni belliche internazionali, ci porta a ripensare alla figura di questo medico in prima linea e a riflettere sull’ossimoro e l’ipocrisia della “guerra umanitaria”, anche da lui denunciata. Con il fondatore di Emergency condividiamo le riflessioni e la denuncia delle logiche belliche, dei signori della guerra e delle responsabilità degli Stati, compreso quello italiano e i governi di destra e di sinistra che si sono succedutiLeggi Tutto

Bimbi e bimbe, donne e uomini, giovani e anziani in Afghanistan da più di 20 anni stanno pagando un prezzo terribile per decisioni politiche prese alle loro spalle e contro di loro, per una guerra e per orrori di cui non sono responsabili e che sembrano senza fine. In questi giorni, infatti, è in corso unoffensiva militare dei Talebani per riprendere il controllo di tutto il paese.A Herat, Kandahar e Lashkargah vi sono state solo nellultimo mese più di 1.000 vittime civili. Secondo lUnicef in sole 72 ore sono stati uccisi più di 130 bimbi e sempre più numerosi sono i reclutamenti forzati di giovanissimi nei gruppi armati in conflitto. Metà della popolazione — in totale 38 milioni — ha bisognoLeggi Tutto