Un recente rapporto del Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom tedeschi denuncia il persistere di una tenace discriminazione ai danni delle due comunità. Frequenti sono i soprusi razzisti che Sinti e Rom subiscono sul lavoro e a scuola, nella ricerca di una casa, al momento di richiedere documenti presso le autorità, dal medico o da parte dei media. Fra gli esempi recenti più significativi si citano l’attentato di Hanau del febbraio 2020 costato la vita a undici immigrati di cui tre rom, l’arresto in manette di un ragazzino di undici anni ad Amburgo, il progetto di un tunnel della ferrovia veloce di Berlino che metterebbe a repentaglio il monumento alle vittime del nazismo di origine Sinti e Rom. E proprioLeggi Tutto

Degni della trama di una spy story, i risultati finora pubblicati dell’inchiesta sul Progeto Pegasus, condotta da Forbidden Stories – una rete di giornalisti – e Amnesty International, in realtà non sorprendono molto: dimostrano, ancora una volta, come internet e le tecnologie sono un mezzo di controllo e di repressione. Pegasus, ideato e realizzato dalla società di sorveglianza israeliana NSO Group, per spiare e rubare dati, è un programma software acquistato e utilizzato da Stati, governi e polizie di varie parti del mondo con lo scopo, sostengono loro, di impiegarlo nell’ambito della lotta al terrorismo. In realtà, grazie a una fuga di notizie (c’è anche chi spia le società che fanno programmi di spionaggio!) Forbidden Stories e Amnesty International hanno svelatoLeggi Tutto

La crisi tunisina è giunta al suo terzo giorno. Domenica 25 luglio ampie mobilitazioni popolari, motivate dalla sacrosanta indignazione per la gestione della pandemia, hanno chiesto la caduta del governo di Hichem Mechichi, sostenuto dal partito islamista moderato Ennhada. Indignazione sacrosanta in un paese di 11,6 milioni di abitanti, con oltre 17.700 vittime mortali causati dal Covid-19 e dall’incuria del governo. Oggi il ritmo dei decessi è di circa 200 al giorno, con una percentuale di vaccinazione di solo il 5% della popolazione. Domenica notte il capo di Stato, Kaiss Saied, con l’appoggio dell’esercito, ha dato il via a un’azione autoritaria, forzando le sue prerogative costituzionali. Ha destituito il primo ministro e ha assunto i pieni poteri esecutivi paralizzando per unLeggi Tutto

L’ondata di maltempo degli ultimi giorni ha colpito vari paesi del Nord Europa con effetti particolarmente catastrofici soprattutto in Germania. Nella parte occidentale del paese si contano al momento più di 140 morti, un migliaio di feriti e altrettanti dispersi, interi paesi e vallate travolti dai flutti, centinaia di case spazzate via, strade e ponti distrutti, migliaia di persone senza un tetto, né corrente elettrica e gas. La mancata allerta ed evacuazione da parte delle autorità spiega in gran parte perché le conseguenze siano state ben più tragiche rispetto alla piena dell’Elba del 2002 ritenuta finora in Germania “l’alluvione del secolo”. I politici tedeschi danno la colpa all’eccezionale virulenza delle piogge e chiamano in causa il cambio climatico. Come se loroLeggi Tutto

Nassiriya, Iraq del sud: un banale incidente, del tutto evitabile, provoca un disastro e 92 vittime. Lunedì scorso un immenso incendio ha avvolto il reparto Covid dell’ospedale Al-Hussein, forse per l’esplosione delle bombole d’ossigeno o, come sostengono nell’anonimato alcuni medici, per un corto circuito dell’impianto elettrico. I dati certi sono sufficienti a definire questa vicenda una strage annunciata: ci sono volute due ore perché arrivassero i vigili del fuoco, mentre gli abitanti del quartiere provavano a prestare i primi soccorsi: anche tra di loro, come tra i degenti, i parenti in visita e i sanitari si contano vittime. A tre giorni dall’incendio, le operazioni di ricerca dei corpi e di rimozione delle macerie sono ancora condotte prevalentemente da volontari. “Abbiamo chiestoLeggi Tutto

Domenica 11 luglio si sono moltiplicate mobilitazioni ampie e spontanee come non si vedevano da decenni: migliaia di persone in diverse città in tutta Cuba, gente comune, molti giovani che hanno gridato “Libertà”, “Non abbiamo paura” e che hanno cantato “Patria e vita”, canzone simbolo della protesta che rovescia ironicamente il retorico e strumentale slogan di regime di Fidel Castro “patria o morte”. Molti sono i motivi: la crisi economica, i blackout della rete elettrica, la mancanza di medicine e vaccini in tempi di pandemia, le misure asfissianti e la repressione del governo di Miguel Diaz Canel. Ma in primo luogo le manifestazioni esprimono nitidamente un anelito di libertà, la denuncia delle diseguaglianze e il rifiuto popolare del regime. Nonostante ilLeggi Tutto

Già quattro chiese cattoliche sono andate a fuoco nelle ultime settimane, ma il responsabile dei roghi non è il caldo eccezionale che sta flagellando il paese. È probabile che si tratti dell’ultimo capitolo – forse si tratta di gesti di rabbia, o invece di atti finalizzati a confondere le prove – di una storia lunga, raccapricciante e dolorosa: il ritrovamento, nei pressi di collegi cattolici sparsi in tutto il paese, di fosse comuni con i poveri resti di centinaia di bambini. Strappati alle loro famiglie affinché dimenticassero la propria origine, la lingua e la cultura dei popoli originari, tra il 1863 e il 1998 oltre 150 mila bambini sono stati allontanati dai loro affetti e dal loro ambiente, abusati, affamati, predaLeggi Tutto

Da quando è tornato al potere nel 2007, Daniel Ortega – antico leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) – si è evidentemente riproposto di non lasciarlo mai più. Da allora, quel paese centroamericano tanto colpito è passato dall’essere una democrazia rachitica, corrotta e violenta ad una dittatura autoritaria ed assassina con una spolverata di democrazia. A novembre si terranno le elezioni presidenziali, più simili però ad uno scherzo di cattivo gusto: il governo ha modificato le leggi per mantenere sotto il proprio controllo il meccanismo elettorale, ha proibito il finanziamento degli altri partiti politici, manda la polizia a sciogliere con la forza le loro manifestazioni, ne annulla le candidature. Ortega ha recentemente fatto incarcerare i cinque candidati di opposizioneLeggi Tutto

Su proposta del governo, il parlamento danese ha approvato all’inizio di giugno una legge che consente di esaminare le richieste d’asilo in paesi extraeuropei trasferendovi fisicamente immigrati e profughi in attesa di risposta. Si tratta di un vergognoso progetto di “sbolognamento” fuori dai propri confini dei richiedenti asilo visti come pacchi ingombranti e pericolosi e non come esseri umane in cerca di migliorare la propria vita. Al di là delle presumibili difficoltà di realizzazione concreta di accordi con paesi terzi di altri continenti per una simile operazione, il messaggio è chiaro: “Se vieni in Danimarca per raggiungere l’Europa ti sbagli di grosso: ti rispediamo in Asia, in Africa o dove ci fa comodo!”. Per dare un’idea della malvagità dell’intento, fra iLeggi Tutto

“Non venite negli Stati Uniti, noi continueremo ad applicare le nostre leggi e a difendere i nostri confini. Se venite sarete respinti. Voglio essere chiara con chi sta pensando di intraprendere quel pericoloso viaggio verso la frontiera”. Queste le parole della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, che ha poi cercato senza successo di ammorbidire la sua brutale chiarezza parlando di futuri aiuti economici ai paesi dell’America centrale. Dunque su questo terreno l’avvicendamento alla Casa Bianca produce cambiamenti minimi, perfino di stile. Ma milioni di persone dal Guatemala e dall’Honduras da El Salvador e dal Nicaragua  camminano verso nord in cerca di un futuro migliore, fuggendo alla morsa della povertà e della violenza seminate a piene mani da dittatori e gang criminali proliferate neiLeggi Tutto