Piacenza, 24 Marzo 2021, una studentessa rientra a scuola dopo aver scelto di interrompere una gravidanza, trovando nei corridoi di accesso alla sua aula una serie di cartelli contro l’aborto pieni di immagini e frasi accusatorie che rimandano alla morte e puntano ad insinuare il senso di colpa. Senso di colpa che, evidentemente, secondo gli autori di questo gesto, ogni donna dovrebbe provare per aver esercitato la sua libertà di scelta. La notizia si è diffusa grazie alla coraggiosa reazione della giovane e di alcune sue compagne e professoresse che hanno reagito assieme a lei. Alcune ragazze hanno immediatamente espresso solidarietà verso la propria compagna e indignazione verso i bulli. Questi codardi invece, senza uscire allo scoperto, hanno appeso altri cartelliLeggi Tutto

Imparare. Insegnare. Costruire relazioni umane positive di accrescimento, che sospingano la curiosità per la vita; sollecitino sensi e facoltà; suscitino interessi culturali; si battano per l’affermazione positiva di ciascuna/o con gli altri, nel riconoscimento della comune umanità e dei due generi che la compongono. La scuola potrebbe essere questo e molto altro. Cosa c’entra con la normalità diffusa, con ciò che viene imposto quotidianamente? Cosa c’entra con l’autoritarismo e la competizione, l’istruzione e il nozionismo, la digitalizzazione e l’esclusione tipici della scuola di Stato? Secondo noi nulla. Per questo ci battiamo per una scuola diversa, quindi: Sì all’unione nella difesa di questioni essenziali che si sta dando fra gli insegnanti e gli altri lavoratori della scuola, le famiglie e gli studenti.Leggi Tutto

La violenza maschilista e patriarcale continua a fare vittime tra le donne in ogni angolo del mondo. Di recente è accaduto ancora una volta a Napoli. Ornella Pinto, insegnante di 39 anni e madre di un bimbo piccolo, è stata brutalmente colpita dal marito, uccisa a coltellate nel cuore della notte nella casa in cui lui era entrato di soppiatto. L’ennesimo partner che non accettava la separazione, che riteneva la moglie di sua proprietà e non sopportava la libertà di Ornella di scegliere della sua vita. Siamo colpite e addolorate da quello che è accaduto a Ornella, esprimiamo solidarietà alla sua famiglia e a chi le voleva bene. Con Ornella ricordiamo tutte le donne che non ci sono più, come FortunaLeggi Tutto

Sosteniamo lo sciopero generale dei lavoratori Amazon indetto per il 22 marzo da varie sigle sindacali. Siamo totalmente solidali con le ragioni dello sciopero. E’ la prima volta in Italia dopo quelli avvenuti in varie parti del mondo. Il colosso Amazon non conosce limiti nello sfruttamento della mano d’opera. Ritmi di lavoro forsennati, assenza di sicurezza e tutela sindacale, ricatti di ogni tipo, controlli a tappeto sono la norma. Il controllo e la forza di Amazon sui lavoratori si basa sulla competizione sfrenata che impone, sui ricatti e sulla precarietà. In Amazon lavorano moltissimi immigrati che hanno un problema in più rispetto agli altri perché hanno bisogno del contratto per rinnovare il permesso di soggiorno. Quindi sono i più ricattati. Prima,Leggi Tutto

Sabato 6 marzo si sono tenuti in diverse città italiane presidi di solidarietà nei confronti di profughi e immigrati bloccati sui confini in condizioni drammatiche nel tentativo di raggiungere la fortezza Europa, provenienti da quella che viene chiamata la rotta balcanica, ed anche per denunciare le intimidazioni in atto nei confronti di chi è impegnato nel soccorso alle persone immigrate, come avvenuto nei giorni scorsi a Trieste. A Bergamo il presidio ha visto la presenza di circa 30 persone. “Aprite le frontiere”, c’era scritto sullo striscione in piazza. Il pomeriggio è stato animato dalla recita di poesie e dalla lettura di drammatici racconti di vita dai profughi e infine si è aperto il microfono agli interventi.  Aurora è tra le organizzatrici,Leggi Tutto

È davvero triste e pericoloso il mondo in cui viviamo, se chi salva le vite umane deve periodicamente confrontarsi con attacchi di ogni tipo, ivi compresi quelli della magistratura e della politica che la sostiene. Meno male che la gente solidale e antirazzista, non si lascia intimidire e continua nell’impegno. Oggi la Mare Jonio è sotto accusa della Procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, laddove il “reato” è stato quello di salvare qualche anno fa 38 naufraghi alla deriva da 40 giorni senza che fosse garantito loro un porto sicuro. La Mare Jonio, nave della ONG Mediterranea, ha accolto queste persone dopo che un mercantile le aveva tratte in salvo dal mare. Nelle stesse ore abbiamo visto perquisizioni a sediLeggi Tutto

Noi donne siamo principio di vita.Sta a noi innanzitutto prenderne coscienza indirizzando al meglio le nostre potenzialità e capacità, tanto sentimentali quanto pratiche, di cura, di educazione, di crescita che si sono espresse anche in questa difficile fase pandemica. Le qualità femminili sono sfruttate e allo stesso temponegate da più di 5000 anni dal patriarcato sotto forma di stati, chiese e maschilismo diffuso.Oggi nuove orrende ideologie antiumane e antifemminili, le pseudo-teorie “queer”, si fanno strada nei parlamenti, nelle accademie e via internet: negano l’esistenza stessa del genere femminile, vogliono impedire di definirci donne, ci etichettano come “corpi mestruanti”. Difendere l’identità della specie umana e dei generi da questi attacchi è indispensabile per ricercare una vita più degna, più libera, più felice.LaLeggi Tutto

Mercoledì 10 Febbraio alcuni studenti hanno occupato il liceo Mamiani di Roma, nonostante gran parte degli alunni fosse contraria, per chiedere di ritornare a scuola in piena sicurezza. La sera di venerdì 12 febbraio gli occupanti hanno comunicato l’incursione di un gruppo di estrema destra nella loro scuola. Erano circa quindici persone di età adulta, incappucciati ed armati di bastoni e attrezzi taglienti con cui hanno anche aggredito due ragazzi, che fortunatamente stanno bene. Un attacco gravissimo frutto dell’operato di una minoranza vigliacca ma pericolosa, che si fa forte di una società sempre più in disgregazione. La buona notizia è che questa mattina, sabato 13 febbraio, c’è stata un’importante reazione: si sono infatti riuniti in presidio circa 150 persone. La maggiorLeggi Tutto

La risposta popolare al golpe dei militari (che mai avevano ceduto realmente il potere) è coraggiosa e moltitudinaria: da sabato 6, in un crescendo quotidiano, centinaia di migliaia di persone hanno sfidato divieti e repressione riversandosi nelle strade di tutte le principali città del paese: giovani, soprattutto, personale medico, maestri, funzionari pubblici, perfino religiosi cattolici e buddisti. L’ampiezza della protesta si misura nel coinvolgimento della capitale Naypyidaw – recentemente costruita dal nulla proprio per tenere i centri del potere al riparo dalle contestazioni – o del periferico Kachin, popolato da una delle numerose minoranze etniche del paese, e dall’ampia adesione allo sciopero generale nelle principali città, Yangoon e Mandalay. La repressione si va facendo ogni momento più dura: coprifuoco, cannoni adLeggi Tutto