Migliaia di persone sospinte da un sussulto di umanità hanno manifestato nella stragrande maggioranza pacificamente in solidarietà con la popolazione di Gaza, contro il genocidio che sta perpetrando il governo israeliano. Una ricerca di pace che condividiamo con tante e tanti e che ha bisogno di chiarezza e di approfondimento: è urgente costruire un’alternativa, non basta la sola denuncia, meno che mai servono logiche distruttive e violentiste.   Ciascuna e ciascuno, infatti, riconoscendo la comune umanità, può essere protagonista di umanizzazione e di pacificazione; non possono esserne garanti gli Stati che fanno la guerra e sono complici del massacro. Perciò siamo a fianco del popolo palestinese e degli oppositori ebrei contro il genocida Netanyahu (sostenuto dagli Usa) e contro i terroristi diLeggi Tutto

L’attentato di Gerusalemme che ha tolto la vita a persone innocenti, ci obbliga a riflettere su un principio fondamentale: la guerra e il terrorismo sono due facce della medesima medaglia oppressiva ed un ostacolo alla pacificazione umana. Ciò vale per il terrorismo delle bande reazionarie terroriste di Hamas contro la popolazione ebraica in Israele che per quello del governo e dell’esercito israeliano su assai più larga scala contro la popolazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Il terrorismo non è una forma di resistenza (come alcuni sedicenti solidali nelle ore successive all’attentato hanno ancora una volta rivendicato) ma un veicolo fondamentale dell’oppressione che colpisce seminando paura e odio ma che si rivolge anche contro gli stessi palestinesi in nome deiLeggi Tutto

Il riconoscimento dello Stato di Palestina, guidato da nazioni come Norvegia, Spagna, Irlanda, Francia e Regno Unito, a cui si stanno associando altri Stati europei, crea la falsa idea, in molte persone solidali, di un’azione concreta contro la continua occupazione ed espansione israeliana in Cisgiordania e le atrocità genocide a Gaza. La sola “minaccia” del riconoscimento alla prossima sessione dell’Onu permette, invece, al governo di Israele di continuare lo sterminio e di accelerare l’espansione in Cisgiordania, di aggredire il Libano del sud e la Siria. Sono gli stessi Stati democratici che rigettano però al mittente gli appelli, seppur ingenui, di tante persone moralmente scosse dalla barbarie in atto, di interrompere le “relazioni diplomatiche”, di fermare le forniture di armi (di cuiLeggi Tutto

No alla guerra genocida del governo Nethanyahu, no alle logiche criminali di Hamas! Con il popolo palestinese e con le popolazioni ebraiche che lottano contro la guerra! In questi giorni da numerosi porti del Mediterraneo stanno partendo le navi della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa per portare aiuti, cibo e medicinali alla popolazione di Gaza da mesi sotto assedio. Decine di associazioni hanno dato vita a centri di raccolta di aiuti incontrando una solidarietà diffusa di gente comune, persone del volontariato, credenti, che mostra la volontà di non assistere passivamente a quanto accade. Il governo Nethanyau sta aggravando l’azione genocida a Gaza con l’occupazione finale della striscia e con la pulizia etnica in Cisgiordania, con il concorso dell’esercito e le azioni criminaliLeggi Tutto

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv e in altre città domenica 17 agosto, in una delle più grandi manifestazioni dell’ultimo anno, per chiedere un accordo che porti al rilascio degli ostaggi e alla fine della guerra a Gaza. La protesta, che secondo gli organizzatori ha visto la partecipazione di oltre due milioni di persone, è stata un evento di notevole portata in Israele. Le manifestazioni, indette dal “Forum delle famiglie degli ostaggi” e da quelle che hanno subito perdite il 7 ottobre e nei 22 mesi successivi, sono iniziate già dalle prime ore del mattino. Il culmine delle proteste é stato la sera in “Hostage Square” a Tel Aviv, divenuta un simbolo del movimento di opposizione alLeggi Tutto

È caduto Bashar al-Assad, ultimo esponente di una dinastia di dittatori che ha martoriato la Siria per 50 anni. Comprensibile la soddisfazione di tanti a Damasco e in Siria per la fuga di un mostro che ha affogato nel sangue la rivoluzione della gente comune del 2011 svoltasi all’insegna della pacificazione, della dignità e della libertà. Assad, con l’appoggio della Russia e dell’Iran, e con silenzio complice delle democrazie occidentali, ha scatenato una terribile guerra civile che ha causato mezzo milione di vittime e milioni di profughi. A determinare la caduta del dittatore è stata l’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che in soli 10 giorni ha conquistato militarmente le principali città del paese e, infine, Damasco. L’HTS è un’alleanza raccogliticciaLeggi Tutto

Milizie jihadiste guidate da Hayat Takrir al-Sham (HTS) hanno conquistato in pochi giorni Aleppo, la seconda città della Siria e stanno marciando alla volta di Damasco. L’HTS raccoglie diverse formazioni islamiste reazionarie, fino al 2019 era aderente ad Al Qaeda (con il nome di al-Nusra). Oggi è appoggiata dal regime turco di Erdogan che li usa anche contro il popolo kurdo. La rapida avanzata dell’HTS evidenzia l’inconsistenza delle forze armate del regime del boia Assad. Infatti, quest’ultimo è riuscito a sopravvivere sinora grazie alle truppe fornite dall’Iran, dalla Russia e da Hezbollah, ora però impegnati in altri scenari di guerra.Questa ulteriore tragedia per i popoli siriani affonda le sue radici negli avvenimenti seguiti al 2011. In quell’anno iniziò una straordinaria rivoluzioneLeggi Tutto

Da sud a nord, da Brighton a Newcastle passando per Londra e Liverpool, centinaia di manifestazioni spontanee in tutta l’Inghilterra hanno fermato i seminatori di odio razzisti e fascisti che da giorni avvelenavano l’aria sull’Isola. È un segnale forte e limpido di reattività, un esempio da raccogliere rifiutando ogni rassegnazione; è la dimostrazione di quanto sia sempre possibile reagire e di farlo in prima persona e assieme. La tragica vicenda che ha scosso il Paese a fine luglio – la strage di ragazzine compiuta a Southport da un diciassettenne inglese di origine ruandese – è stata utilizzata dall’estrema destra per scatenare la violenza islamofoba e razzista. Come da copione, il web ha diffuso menzogne e odio sulla natura del crimine eLeggi Tutto

Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas da due decenni, è stato assassinato a Teheran con un razzo teleguidato. Ciò avviene solo poche ore dopo che l’esercito israeliano ha rivendicato l’uccisione a Beirut del comandante militare di Hezbollah, Fuad Shukur, ritenuto responsabile dell’attacco nelle alture del Golan, occupate da Israele dal 1967, in cui sono stati uccisi dodici bambini della comunità drusa di Majdal Shams. Non è la prima volta che Israele è responsabile di azioni terroristiche in territorio iraniano e altrove e anche questa volta non ha rilasciato alcun commento ufficiale, ma le criminali esultazioni pubbliche dei ministri della destra estrema al governo, parlano chiaro.Teheran, dal canto suo, nuovamente provocata e sfidata, ha promesso vendetta. La tragica realtà è innanzituttoLeggi Tutto

Sette giorni in mare senza acqua e cibo hanno portato alla morte 60 persone, tra queste donne e un bambino di appena un anno e mezzo. Erano a bordo di un barchino, salpato dalla Libia, ed erano state avvistate anche da un elicottero che più volte li ha sorvolati senza prestare soccorso. E’ quello che hanno raccontato i circa 25 superstiti agli operatori della Ocean Viking nave della SOS Mediterranée che li ha tratti in salvo. Di fronte all’ennesima tragedia non del mare, ma causata dagli stati che difendono le frontiere a tutti i costi, leviamo le nostre voci in nome dell’umanità. Cosa che in queste ore stanno facendo i volontari di tutte le ONG di stanza nel Mediterraneo. Ci uniamoLeggi Tutto