Luana D’Orazio aveva 22 anni e ha perso la vita in una fabbrica tessile mentre lavorava. Ai suoi cari e alle persone che le volevano bene vanno la nostra più piena solidarietà e vicinanza umana.Ma la drammatica morte di Luana non è una tragica fatalità come da più parti si è sentito dire. È piuttosto la terribile quotidianità del lavoro in questo paese. Dall’inizio dell’anno sono 185 le persone che hanno perso la vita lavorando, più di una al giorno. E solo nella provincia di Prato, nel comparto tessile, la giovanissima donna è la seconda a venire uccisa dopo che a febbraio un altro giovane, Sabri Jaballah, era stato vittima di un incidente mortale.Se poi a questa drammatica lista si aggiungonoLeggi Tutto

E’ l’ultima di una lunga serie di aggressioni contro gli immigrati quella che domenica sera ha visto il ferimento di un uomo del Mali di 30 anni nelle campagne del foggiano. E’ stato ricoverato per una lesione all’occhio causata da colpi di arma da fuoco esplosi da un auto in corsa. Questi luoghi sono già noti per le condizioni di schiavitù in cui vengono tenuti migliaia di immigrati nella raccolta dei pomodori, costretti a vivere in ghetti fatiscenti e pericolosi. Tanti sono gli agguati armati contro i braccianti da parte di razzisti e criminali che usano terrorizzare i lavoratori per sottometterli e spezzare la loro resistenza, che pure è stata forte in questi anni: dagli scioperi alle denunce contro i caporali.Leggi Tutto

Il 21 Aprile, la rete auto-organizzata di segnalazioni di soccorso “AlarmPhone” riceve una richiesta di aiuto da una barca in difficoltà, con a bordo più di 100 profughi in fuga dalla Libia. Le autorità statali della zona (Italia, Malta, Libia, l’agenzia Frontex) vengono informate. Ma tutte negano il soccorso. Allora, senza coordinamento statale, per la prima volta da anni, navi mercantili si uniscono generosamente alla nave umanitaria “Ocean Viking” della ONG “SOS Mediterranee” nella ricerca dei dispersi. Malgrado ciò, il 22 Aprile i soccorritori trovano solo cadaveri. Le ONG sono nette: “Non è stato un incidente. […] Potevano essere salvati ma tutte le autorità consapevolmente li hanno lasciati morire in mare” (Alarm Phone; Sea-Watch). Le agenzie ONU che si occupano diLeggi Tutto

Il 10 aprile gli ambulanti di Via Bologna, a Napoli, assieme con l’Associazione 3 Febbraio, l’Associazione dei senegalesi di Napoli, La Comune, i Cobas scuola, hanno animato un presidio per chiedere la riapertura in sicurezza del loro mercato, chiuso con ordinanza regionale con il pretesto della pandemia. Al presidio hanno partecipato circa 50 persone, raccogliendo la solidarietà di altri soggetti e associazioni. Fra le tante proteste portate avanti in questo periodo da venditori ambulanti, questa spicca per il suo messaggio di solidarietà umana e per l’intento positivo di una lotta per la dignità e la vita che vede assieme immigrati e italiani. Il mercato interetnico di via Bologna è infatti nato dalle lotte che da 20 anni li vedono impegnati, conLeggi Tutto

Care amiche e cari amici, Vi invitiamo, tutte e tutti, al presidio che terremo a Napoli, a via Bologna (angolo con piazza Garibaldi, nei pressi della Stazione Centrale), questo sabato 10 Aprile, la mattina, dalle ore 10, assieme agli ambulanti di via Bologna e all’Associazione dei Senegalesi. Il presidio, regolarmente autorizzato, si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid. Da più di 6 mesi, il mercatino interetnico di via Bologna, da vent’anni esempio di solidarietà e convivenza pacifica tra ambulanti italiani e immigrati, è chiuso, e gli ambulanti non ricevono sostegni che consentano loro di sopravvivere. Gli ambulanti del mercato di via Bologna hanno lottato per anni per poter vivere, in pace e con dignità, contro i tentativi di buttarli in mezzo alla strada. A questo link, unLeggi Tutto

In diverse città italiane si sono svolte manifestazioni di protesta pacifiche degli ambulanti e di piccoli commercianti, duramente colpiti dalla pandemia e anche dalle misure irrazionali e irresponsabili del governo. Infatti, Stato e governi (attuale e precedente) illudono con false promesse ma sostanzialmente sostengono i grandi capitali che vedono accrescere le loro fortune come non mai. Cresce l’impoverimento per tanti: dai licenziamenti alla mancata erogazione della cassa integrazione a milioni di lavoratori fino ai cosiddetti “ristori” che sono poco più di un’elemosina. Per i lavoratori ambulanti, molti dei quali sono immigrati, le condizioni di sicurezza e di salute creano una situazione insostenibile. Non è chiaro perché la gente può ammassarsi nei supermercati, nelle metropolitane e sugli autobus, mentre vengono chiusi mercatiLeggi Tutto

Piacenza, 24 Marzo 2021, una studentessa rientra a scuola dopo aver scelto di interrompere una gravidanza, trovando nei corridoi di accesso alla sua aula una serie di cartelli contro l’aborto pieni di immagini e frasi accusatorie che rimandano alla morte e puntano ad insinuare il senso di colpa. Senso di colpa che, evidentemente, secondo gli autori di questo gesto, ogni donna dovrebbe provare per aver esercitato la sua libertà di scelta. La notizia si è diffusa grazie alla coraggiosa reazione della giovane e di alcune sue compagne e professoresse che hanno reagito assieme a lei. Alcune ragazze hanno immediatamente espresso solidarietà verso la propria compagna e indignazione verso i bulli. Questi codardi invece, senza uscire allo scoperto, hanno appeso altri cartelliLeggi Tutto

Imparare. Insegnare. Costruire relazioni umane positive di accrescimento, che sospingano la curiosità per la vita; sollecitino sensi e facoltà; suscitino interessi culturali; si battano per l’affermazione positiva di ciascuna/o con gli altri, nel riconoscimento della comune umanità e dei due generi che la compongono. La scuola potrebbe essere questo e molto altro. Cosa c’entra con la normalità diffusa, con ciò che viene imposto quotidianamente? Cosa c’entra con l’autoritarismo e la competizione, l’istruzione e il nozionismo, la digitalizzazione e l’esclusione tipici della scuola di Stato? Secondo noi nulla. Per questo ci battiamo per una scuola diversa, quindi: Sì all’unione nella difesa di questioni essenziali che si sta dando fra gli insegnanti e gli altri lavoratori della scuola, le famiglie e gli studenti.Leggi Tutto

La violenza maschilista e patriarcale continua a fare vittime tra le donne in ogni angolo del mondo. Di recente è accaduto ancora una volta a Napoli. Ornella Pinto, insegnante di 39 anni e madre di un bimbo piccolo, è stata brutalmente colpita dal marito, uccisa a coltellate nel cuore della notte nella casa in cui lui era entrato di soppiatto. L’ennesimo partner che non accettava la separazione, che riteneva la moglie di sua proprietà e non sopportava la libertà di Ornella di scegliere della sua vita. Siamo colpite e addolorate da quello che è accaduto a Ornella, esprimiamo solidarietà alla sua famiglia e a chi le voleva bene. Con Ornella ricordiamo tutte le donne che non ci sono più, come FortunaLeggi Tutto

Sosteniamo lo sciopero generale dei lavoratori Amazon indetto per il 22 marzo da varie sigle sindacali. Siamo totalmente solidali con le ragioni dello sciopero. E’ la prima volta in Italia dopo quelli avvenuti in varie parti del mondo. Il colosso Amazon non conosce limiti nello sfruttamento della mano d’opera. Ritmi di lavoro forsennati, assenza di sicurezza e tutela sindacale, ricatti di ogni tipo, controlli a tappeto sono la norma. Il controllo e la forza di Amazon sui lavoratori si basa sulla competizione sfrenata che impone, sui ricatti e sulla precarietà. In Amazon lavorano moltissimi immigrati che hanno un problema in più rispetto agli altri perché hanno bisogno del contratto per rinnovare il permesso di soggiorno. Quindi sono i più ricattati. Prima,Leggi Tutto