La paventata escalation è sotto gli occhi di tutti: la guerra si espande nel Vicino e nel Medio Oriente seminando morte e distruzione, proiettando scenari e conseguenze sul resto del mondo. L’epicentro è a Gaza, dove l’esercito israeliano conduce senza sosta una pulizia etnica contro la popolazione palestinese che ha già causato oltre ventimila vittime, tra le quali un numero altissimo di bambini e di neonati. Ma il conflitto è ormai ampiamente tracimato oltre i suoi confini iniziali e investe l’intera regione. Negli ultimi giorni la crisi si è ulteriormente aggravata, estesa e complicata. Sul fronte libanese, a causa dell’attentato mirato con cui Israele ha ucciso Saleh al Arouri, esponente di primo piano di Hamas, e della puntuale risposta di HezbollahLeggi Tutto

A seguito del dialogo con alcune e alcuni ispiratori della Corrente umanista socialista nel merito dell’articolo pubblicato il 10 ottobre su Lacomuneonline mi sono reso conto che in due punti del testo possono esserci giudizi che potrebbero apparire troppo generali sulla guerra. Ciò non corrisponde in primo luogo al mio pensiero. Infatti, per quanto riguarda la guerra e il terrorismo, essi sono fondativi degli Stati e dell’oppressione, ed è indispensabile riaffermare – come è già nel testo – la nostra più ferma condanna e ripudio. Ma è necessario aggiungere una chiarificazione. Nel corso della vicenda umana, anche la più recente, vi sono stati casi in cui è stato necessario e addirittura giusto prendere parte ad una guerra, ricorrendo alla lotta armataLeggi Tutto

Abbiamo visto il corpo di una giovane israeliana assassinata e trascinata nuda per le strade di Gaza. Un’anziana mostrata come trofeo, un uomo ancora più avanti negli anni, sopravvissuto alla Shoah, rapito insieme alla sua badante di origine filippina. Abbiamo visto bimbi trascinati via da uomini armati, strappati senza pietà alle loro madri. Decine di ragazzi falcidiati mentre ballavano insieme – da incoscienti – in una notte nel deserto a pochi km dalla rete e dal filo spinato che separa Israele da un’ immensa gabbia, la Striscia dove sono rinchiusi oltre due milioni di esseri umani.Le atrocità dell’attacco delle Brigate al-Qassem di Hamas destano sconcerto, addirittura incomprensione, per la brutale e lucida disumanità, come altrettanto disumano e sistematico è lo stillicidioLeggi Tutto

Da un recente sondaggio* sull’invio di armi all’Ucraina, risulterebbe che una maggioranza degli intervistati sarebbe contraria. Vi si può leggere un segnale confortante, visto che la maggioranza della politica è orientata al contrario. Fa però ulteriormente riflettere il fatto che tra il quasi 40% dei favorevoli all’invio di armi, ben il 74% di essi si riconoscerebbe nel centrosinistra. Ci si sarebbe forse aspettato l’opposto. Non è facile oggi identificare chi sia elettore di un determinato schieramento. Da tempo vi è infatti una grande fluidità anche sul piano degli orientamenti elettorali, espressione di una perdita di riferimenti reciproca tra politica e persone comuni che si combina con l’implodere degli assetti sociali. In altri termini, chi oggi voterebbe, per esempio, centrosinistra non necessariamenteLeggi Tutto

“Quanto sappiamo davvero di come sta andando la guerra? C’è qualcuno che sappia davvero quanti siano i caduti e quanti mezzi siano stati perduti?”. Interrogativi importanti, se non fosse che a porseli è Beth Sanner, ex veterana oggi in forza ai servizi di intelligence statunitensi; la domanda sorge dunque spontanea: a noi lo chiedi? Dovrebbe sapere e non sa anche la direttrice dell’intelligence nazionale, Avril D. Haines, che in un’audizione al senato afferma: “È molto difficile capire quanti ulteriori aiuti l’Ucraina possa assorbire. Di fatto, abbiamo un quadro molto più chiaro della situazione russa che di quella ucraina”. Vorremmo solo che il candore con cui confessa la propria ignoranza fosse disarmante, invece gli Usa continuano a stanziare milioni per armare Kiev,Leggi Tutto

Cagliari, Sardegna. Nell’isola ci sono più di 35 mila ettari di territori occupati da servitù militari. A questa già grave situazione si aggiunge una notizia di questi giorni: esercitazioni militari in mare, terra e aria, tali da poter far diventare l’intera isola un baricentro internazionale per la presenza di imponenti e prepotenti navi da guerra della Nato di varie nazionalità, arerei radar, caccia e altro. Per poter garantire queste operazioni il Ministero della Difesa ha emanato un’ordinanza con cui vieta il transito, la sosta , la navigazione e qualsiasi attività in mare, incluso di pesca, nelle aree interessate, alcune delle quali sono fra le più belle dell’isola, come Sant’Antioco, Chia, Nora, Poetto di Cagliari e altre. “In questi giorni al portoLeggi Tutto

La guerra che Putin ha scatenato contro le popolazioni ucraine e la prepotenza della Nato che la alimenta ulteriormente, fanno sì che milioni di persone sono costrette a fuggire mentre altre muoiono sotto le bombe. È uno scenario che conosciamo bene essendo un’associazione di gente che viene da tante parti del mondo e sa bene cos’è la guerra. Essere oggi a fianco della gente ucraina significa per noi essere solidali anche con le vittime delle tante guerre che ci sono nel mondo e che vengono purtroppo dimenticate. Dallo Yemen, alla Siria, dal Kashmir al Sudan, all’Afghanistan, al centro Africa, la nostra vita è minacciata da guerre e conflitti spaventosi. In occasione del primo maggio, vogliamo unirci da fratelli e sorelle nell’umanitàLeggi Tutto

Stasera 4 aprile al Teatro San Carlo di Napoli si terrà una serata evento di danza “Ballet for Peace”, a cui parteciperanno, fra gli altri Olga Smirnova, étoile del Bolshoi di Mosca, che ha lasciato al Russia dopo aver denunciato l’invasione dell’Ucraina, e Anastasia Gurskaya prima ballerina dell’Opera di Kiev, fuggita dalla guerra in Italia. Con loro altri danzatori dei due paesi, uniti nella volontà di mettere la loro arte al servizio della possibilità di pacificazione tra le genti. Questo nonostante le esplicite pressioni in senso contrario che arrivano dall’ambasciata ucraina e da ultranazionalisti che hanno chiesto ai ballerini di non danzare con i loro colleghi russi. Ma l’arte come strumento di pacificazione sembra più forte.Leggi Tutto

Arabia saudita. Nell’indifferenza della grande stampa internazionale, il tribunale ha reso esecutive 81 condanne a morte in un solo giorno. È un dato impressionante perfino per i pessimi standard dell’Arabia saudita. Tra i condannati vi sono detenuti comuni, terroristi, oppositori. Sullo sfondo, la guerra di Riad in Yemen. Khartoum, capitale del Sudan. Venerdì 11 marzo le persone sono nuovamente scese in strada contro la repressione del governo militare, una mobilitazione che dura con più ondate dal 2018. Almeno 81 manifestanti sono stati uccisi in un sol giorno. La ferocia delle esecuzioni in Arabia saudita e l’altrettanto sanguinosa repressione di piazza in Sudan sono espressioni diverse di un comune terrorismo di Stato. Nel primo caso si tratta di un paese ricchissimo: laLeggi Tutto

In questi mesi stiamo subendo un’impennata vertiginosa dei prezzi dei beni di prima necessità: pane, pasta, frutta, verdura, bollette energetiche. È la diretta conseguenza dell’aumento dei costi di produzione e del trasporto causati dagli aumenti vertiginosi dei prezzi dei prodotti energetici: petrolio, metano e quindi l’energia elettrica che viene prodotta nelle centrali alimentate con questi combustibili. La vita quotidiana della gente comune diventa perciò ogni giorno più difficile e faticosa. Salari e pensioni valgono sempre di meno, falcidiati dall’inflazione che ha cominciato a galoppare senza freni.Ma cosa sta causando tutti questi aumenti? C’è forse meno gas o meno petrolio di prima? No, anzi, la loro quantità sul mercato mondiale è addirittura aumentata. Questo impazzimento dei prezzi delle materie prime è provocatoLeggi Tutto