Nei giorni scorsi Fabrice Leggeri, capo dell’agenzia Frontex, ha annunciato le dimissioni dal suo incarico, dopo che sono state rese pubbliche le prime conclusioni di un’indagine antifrode dell’Ufficio Europeo svolta per far luce su presunti comportamenti illeciti dell’agenzia. Il fiore all’occhiello della “accoglienza” dell’Unione Europea si sta rivelando per quello che è sempre stata e cioè una garanzia di violazione dei diritti umani e delle norme del diritto internazionale a tutela dei richiedenti asilo e, quindi, della chiusura delle frontiere. Vi sono prove dei respingimenti di profughi operati dalle guardie di Frontex in mare, nelle varie rotte di transito dell’Unione, dalla Croazia alla Grecia. I profughi sono stati respinti senza neppure dare loro la possibilità di richiedere asilo. Le prove raccolteLeggi Tutto

Guerra chiama guerra, con evidente effetto epidemico. Nuovi conflitti si accendono all’ombra di quello ucraino mentre altri, vecchi e mai sopiti, riacquistano vigore; è il caso di quello, ormai quasi secolare, di Israele contro i palestinesi. Nel mese di aprile si sono registrati numerosi scontri in tutto il paese con decine di morti; c’è poi stata la provocazione sionista alla Spianata delle Moschee con centinaia di feriti. Infine, il consueto e tragico scambio: razzi da Gaza su Israele, bombardamento di Israele su Gaza. È indispensabile ribadire che l’origine prima del conflitto e le responsabilità storiche risiedono nell’occupazione israeliana della Palestina e nell’obiettivo storico del sionismo di cancellare ogni resistenza e diritto alla vita del popolo palestinese. Ma ciò non assolve inLeggi Tutto

Dal 22 Aprile e per almeno quattro giorni nelle località di Krendik ed El Geneina nel Darfur occidentale si sono succeduti attacchi brutali contro la popolazione da parte di circa duemila miliziani a bordo di centinaia di fuoristrada militari, auto, moto e cavalli. Sono stati riconosciuti leader dei janjawid, una milizia islamista che si presta come braccio armato della giunta militare per compiere operazioni, come quella in corso, veri e propri tentativi di autentica pulizia etnica nei confronti di una popolazione che si è da sempre mobilitata contro il golpe che ha portato al potere la giunta militare del Sudan.Hanno raso al suolo tutto ciò che hanno incontrato sulla loro strada, ucciso leader della resistenza, commesso saccheggi, stupri e rapimenti. NonLeggi Tutto

È questo il nuovo piano del governo inglese contro l’immigrazione irregolare: le deportazioni. L’ha annunciato il primo ministro Jhonson mentre si erge a paladino dell’accoglienza degli ucraini e contro la guerra di Putin. Sono migliaia, infatti, i richiedenti asilo che, irregolari sul territorio britannico a causa del numero chiuso alle frontiere, saranno trasferiti in Ruanda ad aspettare il vaglio delle loro richieste. Dopo aver attraversato a rischio della vita la Manica e fuggendo già da condizioni difficili si ritroveranno in un luogo dove solo qualche decennio fa si è consumato uno dei più grandi genocidi che l’umanità ricordi. Questo Paese che ancora ne porta le ferite è oggi governato da un regime violento e criminale a cui saranno dispensati, come giàLeggi Tutto

Gerusalemme. La polizia israeliana ha preso d’assalto la moschea Al Aqsa – gremita di fedeli musulmani in occasione del secondo venerdì del Ramadan – colpendo indiscriminatamente i palestinesi presenti (anche con proiettili di gomma), ferendone più di 150 e procedendo a centinaia di arresti. Colpiti gli anziani guardiani della moschea, i paramedici giunti in soccorso, i fedeli in preghiera. Una aggressione brutale, ennesimo episodio della guerra permanente dello Stato israeliano contro il popolo palestinese. Il tempo e il luogo scelti sono altamente simbolici – la Spianata delle Moschee è tradizionalmente amministrata dai palestinesi – ed è evidente l’obiettivo sionista di sempre, quello di piegare la resistenza e spezzare l’identità palestinese. L’occasione è stata a gran voce suggerita dai gruppi più estremistiLeggi Tutto

Una strage efferata è stata commessa alla fine di marzo nella città di Moura: secondo il racconto di numerosi testimoni circa 300 persone sono state catturate e giustiziate a piccoli gruppi per giorni e giorni da truppe dell’esercito maliano e da “mercenari bianchi non di lingua francese”, quasi certamente quei “consiglieri russi” operativi nel paese di cui il governo maliano non fa mistero, probabilmente membri del famigerato gruppo Wagner. L’organizzazione non governativa Human Right Watch ha raccolto decine di testimonianze tra i sopravvissuti. Tutte concordano nella ricostruzione dei fatti principali. Il 27 marzo, mentre si svolgeva il mercato settimanale, lo squadrone della morte è piombato sulla cittadina trasportato da elicotteri ed ha ingaggiato uno scontro a fuoco con alcuni terroristi presentiLeggi Tutto

Arabia saudita. Nell’indifferenza della grande stampa internazionale, il tribunale ha reso esecutive 81 condanne a morte in un solo giorno. È un dato impressionante perfino per i pessimi standard dell’Arabia saudita. Tra i condannati vi sono detenuti comuni, terroristi, oppositori. Sullo sfondo, la guerra di Riad in Yemen. Khartoum, capitale del Sudan. Venerdì 11 marzo le persone sono nuovamente scese in strada contro la repressione del governo militare, una mobilitazione che dura con più ondate dal 2018. Almeno 81 manifestanti sono stati uccisi in un sol giorno. La ferocia delle esecuzioni in Arabia saudita e l’altrettanto sanguinosa repressione di piazza in Sudan sono espressioni diverse di un comune terrorismo di Stato. Nel primo caso si tratta di un paese ricchissimo: laLeggi Tutto

Fino a che punto può distorcersi la coscienza umana e far definire giusto chi semina morte? Come può un capo spirituale non dire una parola di compassione e solidarietà con le vittime dei massacri di Putin, le donne e gli anziani in fuga dall’Ucraina, i piccoli caduti, la popolazione stremata sotto le bombe… e lanciare anatemi sulla presunta distruzione morale causata da chi sceglie in libertà chi amare? È quello che ha fatto Kyrill, il patriarca di Mosca, benedicendo “l’operazione militare” del nuovo zar e tuonando contro l’Occidente responsabile della deriva gay. Il merito delle regioni del Donbass per lui consisterebbe proprio nell’essersi rifiutate di ospitare le parate del peccato (non quelle militari della Nato, bensì i gay pride). Come altreLeggi Tutto

Siamo nel 2022 e in Europa è scoppiata la guerra. Putin ha invaso l’Ucraina, dopo anni di giochi politici e schermaglie belliche con la NATO per il controllo della zona. Ci riguarda tutti. Perché la difesa della vita e della pace ci riguarda tutti. Quando diventiamo giovani, sentiamo la potenza dirompente della vita, che è una possibilità e una responsabilità. Oggi abbiamo insieme la possibilità e la responsabilità di schierarci e di mobilitarci in difesa della vita, per la pace tra i popoli, per la nostra stessa umanità. Oggi possiamo scegliere se restare indifferenti e affidarci agli Stati guerrafondai, o se scuoterci e fare la differenza insieme. La pace dipende da tutti e tutte noi. La politica non ha cuore laLeggi Tutto

È su esempi come quello che segue e molti altri che si stanno susseguendo in questi giorni che basiamo la nostra speranza e il nostro impegno per la pace e la pacificazione tra le persone: esempi e germogli di solidarietà, vicinanza, schieramento coraggioso contro la guerra da riconoscere, far conoscere e coltivare. di Francesca La Sala Nataliya, una donna ucraina di 58 anni, sta aspettando insieme a molti altri il suo turno per poter finalmente attraversare il confine. Durante la lunga attesa fa conoscenza con un giovane uomo di 38 anni ed i suoi due figli: una bimba e il fratellino maggiore. L’uomo sa bene che un ordine governativo non gli permette di varcare il confine, e che dovrà tornare indietroLeggi Tutto